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L’inizio della Caduta

 

Jonathan Livingston e il Vangelo

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L’Ultimo Demone

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L’Ultimo Potere

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Strade Nascoste – Racconti

Strade Nascoste - Racconti

Strade Nascoste

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Inferno e Paradiso (racconto)

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Il magazzino dei mondi 2

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Fly Away

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L'Errore del non Ricordare

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Gli anniversari dei giorni scorsi dovrebbero far riflettere sugli eventi incorsi nel passato.
Molto spesso si sottolinea l’importanza della memoria, delle esperienze di chi ci ha preceduto, delle lezioni racchiuse nella storia.
E altrettanto spesso si devono osservare gli effetti di cosa porta la dimenticanza, del non dare credito agli insegnamenti celati in quanto trascorso.
Un male che porta sempre e solo a un’unica conclusione.

“Yadeth Garath, la prima città di umani, era ora ridotta a macerie putrefatte dal sale e inghiottite dal limo, sepolte profondamente sotto la palude. Non restavano più segni del suo passato, al di là delle innumerevoli derivazioni dell’antico nome; di coloro che, con le loro vite, morti e storie, vi erano, un tempo, esistiti, non sopravvivevano nemmeno le ossa.
Dejim Nebrahl ricordava i pescatori che avevano abitato sulle sue rovine, vivendo nelle loro squallide palafitte, solcando le acque nelle loro imbarcazioni rotonde, di pelle di animale, e percorrendo le piattaforme di legno che attraversavano i canali naturali serpeggianti nella palude. Non erano discendenti di Yadeth Garath. Non sapevano niente di ciò che turbinava sotto il limo nero; era un’innegabile verità che, alla fine, il ricordo dovesse appassire e morire. Non c’era un solo albero della vita, per quanto unica e fondamentale fosse stata questa Yadeth Garath; no, c’era una foresta e, ripetutamente, un albero, dal tronco fradicio, crollava per svanire rapidamente nella fanghiglia soffocante.
Dejim Nebrahl ricordava quei pescatori, il modo in cui il loro sangue sapeva di pesce e di molluschi; un sangue denso, scialbo, intorpidito dalla stupidità. Se uomini e donne non possono – non vogliono – ricordare, allora meritano tutto ciò che viene loro inflitto. Morte, distruzione, devastazione. Non si trattava del giudizio di un dio, ma del mondo, della natura. Ingiunto in quella cospirazione di indifferenza che tanto sconcertava e terrorizzava la razza umana.
Le terre sprofondano. Le acque irrompono. Le piogge arrivano, poi non arrivano mai. Le foreste muoiono, rinascono, muoiono ancora. Uomini e donne si stringono ai figli in stanze buie, suppliche tardive sulle labbra, il vacuo fallimento negli occhi; e ora sono granelli di bianco e di grigio nel limo nero, immobili come il ricordo delle stelle in un cielo notturno scomparso da tempo.
Comminare il giudizio della natura, questo era lo scopo di Dejim Nebrahl. Gli immemori sono inseguiti dalle loro stesse ombre. Per gli immemori, la morte arriva sempre inaspettata.”

I Cacciatori di Ossa – Seconda Parte. Steven Erikson

I Giorni della Distruzione

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Secondo la tradizione ebraica, questi giorni sono dominati da She’ehayah, angelo distruttore.
Non è un caso che proprio il 9 agosto 1945 Nagasaki sia stata distrutta dalla bomba atomica.
Un atto brutale, totalmente inutile, dato che la guerra era già terminata.
Un mostrare i muscoli per dimostrare la propria superiorità in pieno stile ego.
La potenza delle armi, della distruzione totale, ha una fascinazione cupa, quasi ipnotizzante, capace d’attrarre l’animo umano, perché annichilire, togliere la vita, fa avvertire una forza che appartiene a un dio.
Un dio irrazionale che fa della follia la sua natura.
Certo, in tutto ciò c’è un grande potere.
Ma alle volte certi poteri non dovrebbero essere usati. Nè essere risvegliati. Perché se è vero che la distruzione è parte dell’universo, parte necessaria per l’atto creativo, per lasciar andare ciò che non serve più, la pazzia porta sempre e solo rovina, deserti in cui non può più crescere niente perché tutto è contaminato.

L'Impoverimento del Linguaggio

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E’ sintomatico che quando il livello culturale ed etico di un popolo s’abbassa, s’impoverisce anche la sua lingua; non solo si perde padronanza delle regole grammaticali e della costruzione di frasi e discorsi e si usano sempre meno vocaboli, ma si perde anche la conoscenza del significato di essi.
Questo fatto non appartiene solo al volgo, alle persone comuni, ma si è allargato anche a quelle classi che dovrebbero avere una conoscenza e cultura maggiori: giornalisti, politici, laureati (non è un caso che a chi si laurea devono fare corsi d’italiano perché fanno tesi e relazioni scarse dal punto di vista grammaticale; la conoscenza della lingua italiana dovrebbe essere una delle basi fondamentali per chi vuol frequentare l’università, perché la padronanza del linguaggio è una nozione necessaria se si vuole affrontare lo studio di qualsiasi materia. E invece è una delle prime a essere mancante).
Un fatto che oltre a portare sempre meno precisione nell’identificare e classificare ciò di cui si discute, comporta anche a limitare gli argomenti di conversazione. Se si osserva le discussioni vertono più che altro su pettegolezzi, cibo, sesso e poco altro; conversazioni che portano a occuparsi superficialmente di ciò che fanno gli altri, senza averne un reale interesse, ma utile perché altrimenti non si saprebbe cosa dire.
Si provi a osservare questo fatto e si comincerà ad accorgersi di tante cose. E se si vuole una prova di quanto scritto, si provi ad ascoltare interviste, a leggere articoli di giornalisti, sportivi, politici e si osservi quante volte viene utilizzata la parola “importante” e a cosa viene associata: ci si accorgerà che spesso non ha senso utilizzarla in certi discorsi; più si usa una parola e meno si conosce il suo significato, come quando si parla tanto di Dio e di amore, al punto che si arriva a non conoscerli più.

Trasudare Carisma - Anomander Rake

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La penna di Steven Erikson ha creato uno dei personaggi più carismatici dl ciclo Malazan (e non solo). Certo, tutta la serie è costellata da individui che lasciano traccia nella memoria di chi legge le loro vicende: Mappo, Icarium, Ben lo Svelto, Kalam Mekhar, Iskarul Pust, Coltaine, Kruppe, Ganoes Paran. L’elenco potrebbe protrarsi ancora a lungo.
Ma pochi riescono a raggiungere il livello Anomander Rake, la cui sola presenza trasuda carisma.

All’improvviso, le mura intorno a lui gemettero, e Baruk ansimò, come schiacciato da un peso enorme. Il sangue gli martellò nella testa, trafiggendolo di dolore. Afferrò il bordo del tavolo delle mappe per riprendere l’equilibrio. La luce dei globi incandescenti che pendevano dal soffitto si affievolì, poi si spense. Nell’oscurità, l’alchimista udì crepe fendere i muri, come se la mano di un gigante fosse discesa sull’edificio. Poi, di colpo, la pressione svanì. Baruk si portò una mano tremante alla fronte lucida di sudore.
Una voce sommessa parlò alle sue spalle. «Saluti, Alto Alchimista. Sono il Signore della Progenie della Luna.»
Ancora rivolto verso il tavolo, Baruk chiuse gli occhi e annuì. «Il titolo non è necessario», mormorò. «Chiamatemi Baruk, ve ne prego.»
«Sono a mio agio nell’oscurità», spiegò il Signore. «Questo costituirà un fastidio per te, Baruk.»
L’alchimista borbottò un incantesimo. Davanti a lui, i particolari della mappa sul tavolo divennero netti, emanando un freddo chiarore azzurro. Si girò davanti al Signore, e restò sbigottito nello scoprire che quella figura alta, ammantata, rifletteva tanto poco calore quanto gli oggetti inanimati della stanza. Tuttavia, riusciva a distinguere abbastanza chiaramente i lineamenti dell’uomo. « Siete un Tiste Andii», osservò.
Il Signore fece un leggero inchino. I suoi occhi obliqui, cangianti, scrutarono l’ambiente. «Hai del vino, Baruk? »
«Ma certo, signore.» L’alchimista andò al suo scrittoio.
«Il mio nome, nella versione che meglio può essere pronunciata dagli umani, è Anomander Rake.» Il Signore seguì Baruk allo scrittoio; i suoi stivali martellavano sul pavimento di marmo lucido.
Baruk versò del vino, poi si volse a osservare Rake con una certa curiosità. Aveva sentito che guerrieri Tiste Andii combattevano contro l’Impero su a nord, agli ordini di una belva feroce di nome Caladan Brood. Si erano alleati con la Guardia Cremisi e, insieme, le due forze stavano decimando i Malazan. Così, c’erano dei Tiste Andii nella Progenie della Luna, e chi gli stava davanti era il loro Signore.
In quel momento, Baruk vedeva un Tiste Andii faccia a faccia per la prima volta. Ne era alquanto turbato. Occhi straordinari, pensò. Un attimo, una sfumatura intensa di ambra, felini, sconvolgenti, un attimo dopo grigi come quelli di un serpente – un arcobaleno micidiale, ad accompagnare ogni stato d’animo. Si chiese se fossero in grado di mentire.
Nella biblioteca dell’alchimista giacevano copie dei tomi superstiti della Follia di Gothos, uno scritto Jaghut dei millenni passati. I Tiste Andii erano menzionati qua e là con un’aura di paura, ricordò Baruk. Gothos stesso, uno stregone Jaghut che aveva disceso i canali più profondi dell’Antica Magia, aveva ringraziato gli dei dell’epoca perché i Tiste Andii erano così pochi. E, da allora, il numero degli appartenenti a quella razza misteriosa, dalla pelle nera, era probabilmente diminuito.
La pelle di Anomander Rake era nera come l’ebano, in accordo con le descrizioni di Gothos, ma la criniera fluente era color argento. Era alto quasi sette piedi. I suoi lineamenti erano angolosi, come scolpiti nell’onice, e i grandi occhi dalle pupille verticali erano leggermente inclinati verso l’alto.
Alla schiena, aveva legata una spada da reggere con entrambe le mani; il pomo d’argento a forma di teschio di drago e l’elsa a croce, di foggia arcaica, sporgevano da un fodero di legno lungo sei piedi e mezzo abbondanti. L’arma trasudava potere, che macchiava l’aria come l’inchiostro nero una pozza d’acqua. Nel posarvi lo sguardo, Baruk quasi barcollò, vedendo, per un attimo, una vasta oscurità spalancarsi davanti a lui, fredda come il cuore di un ghiacciaio, da cui venivano il puzzo dell’antichità e un debole gemito.

I Giardini della Luna – Steven Erikson

2 Agosto 1980

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Certe memorie non possono essere portate via dal tempo.

Per non dimenticare.
Per non permettere che certi fatti si ripetano e rimangano impuniti.
Perché gli innocenti non continuino a pagare per ideologie che sanno solo dare Morte, per chi si asservisce al Potere e usa Violenza per piegare i propri simili.