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Ci stanno portando via tutto. E gli stiamo permettendo di farlo.

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Mentre la gente è alle prese con ferie e divertimenti, intenta a fare la cicala, c’è chi sta lavorando per lei, o meglio, per scaricarle addosso il fardello di quei problemi che non ha voluto risolvere nel passato e che ora non sa risolvere.
Il governo fa l’ennesima pensata di far pagare ai poveri il gigantesco debito pubblico.
Come?
Facendo condoni (ovvero farla passare liscia ai disonesti chiedendo un piccolo contentino per chiudere tutte e due gli occhi), togliendo servizi, licenziando personale, spostando alla domenica le feste che non siano religiose(in realtà eliminando: tutto sacrificabile per i soldi; addio consapevolezza, memoria e dignità umana. L’individuo è solo una macchina per fare denaro. Mossa che, aggiungiamo, non farebbe guadagnare quello che si crede, anzi magari farebbe pure perdere) (questo è seguire l’esempio di Marchionne: dopo l’eliminazione di pause e diritti vari, togliere le feste è un modo per far lavorare sempre, in continuazione, senza tregua; presto s’arriverà a lavorare 15/16 ore al giorno, 7 giorni su 7. E intanto stanno lavorando per poter licenziare quando al datore di lavoro pare e piace).
In poche parole togliere tutti questi diritti acquisiti negli anni con lotte e sacrifici. Il governo sta effettuando solo dei tagli, senza fare investimenti, ottuso nel condurre una linea di condotta che dà (pochi) risultati nell’immediato e nessuno nel futuro, anzi fa andare in perdita. Un governo senza idee: sintomatico il proclama di certi cosiddetti politici secondo i quali devono essere altri a dargli le idee per uscire da questa situazione di crisi (gli stessi individui che dicevano che la crisi non c’era e se c’era, il paese l’aveva superata senza accorgersene).
E mentre accade tutto questo, le persone se ne stanno ferme senza fare niente, anzi, alcune sono pure contente di accettare qualsiasi condizione e compromesso pur di poter guadagnare e avere soldi,anche pochi, così da poter continuare ad andare in ferie. Si adattano a qualsiasi cosa: lavorare di più, calarsi lo stipendio, perdere livelli d’inquadramento. Si stanno svendendo, anzi prostituendo e così facendo si calpesta sempre di più la dignità.
Chi agisce in questo modo rovina non solo se stesso, ma anche chi lotta e non accetta certe condizioni (per uno che rifiuta le basse offerte delle società interinali, ce ne sono cinquanta che farebbero di tutto per prenderle) e anche le generazioni future.
Si guardi il caso Coin, che nelle vetrine invece di usare manichini usa giovani modelli. Le proteste che il sindacato ha levato sono state zittite non dalla ditta, ma proprio dagli indossatori, che volevano quel lavoro perché si guadagnava senza far fatica, meglio che fare il muratore o l’operaio. Persone che vogliono essere usate come oggetti, che hanno in sé la cultura dell’apparire, dell’essere ammirati, che non pensano che questo sistema è sbagliato e che proprio la mentalità che hanno sarà controproducente e li danneggerà: perché la bellezza e la giovinezza non dureranno, e ci sarà sempre chi sarà più giovane e più bello, pronto a fare le scarpe a qualsiasi costo. Una volta passato quel periodo, che cosa si farà, se non si sa fare qualcos’altro?
O è proprio perché non si sa fare niente e non si vuole impegnarsi in niente, che si ricercano certi lavori? Il sistema, i media, i politici hanno fatto passare messaggi che hanno creato una cultura, una mentalità dove non ci si deve impegnare, dove non servono capacità e qualità per andare avanti, dove il successo avviene solamente grazie allo svendersi, al sopravanzare sugli altri, dove la conoscenza è inutile e l’ignoranza è un valore aggiunto (perché così si è usati da chi sta in alto,ha soldi e potere, mentre la conoscenza permette di non obbedire a ordini e decisioni sbagliate e controproducenti, di farsi rispettare e considerare come individui e non come oggetti).
Ancora non ci si rende conto della china presa e di quanto drastica sia la situazione: si pensa che le cose possano tornare all’apice dell’era del consumismo, ma quest’epoca è al declino, ha fatto il suo corso e non tornerà.
E invece di darsi da fare per avviare un cambiamento, per vivere in maniera migliore, si contribuisce a far andare peggio le cose, a rinunciare all’unica cosa che si possiede veramente: la scelta.
Il futuro per i lavoratori ( e per i loro figli), sarà pieno di rospi amari da ingoiare. Amarissimi.

“Ah, Manny, ci sarebbe un colpo a San Francisco: mezzo milione di dollari, le buste paghe di uno zuccherificio. E’ quello che ho sempre sognato: un colpo fantastico e poi mettermi a riposo. Non dover far più niente. Ah, cazzo, me ne andrei a Las Vegas con tanti di quei soldi in tasca da permettermi tutte le puttane che voglio. Che bello…ho passato tutte le notti a sognare di fare quello che voglio.”
“Sognare?”
“Sì.”
(Manny sputa a terra) “Sognare…STRONZATE…Non farai mai niente del genere. Te lo dico io cosa farai: ti troverai un lavoro. ECCO cosa farai, ti troverai un lavoro, uno di quei lavori che può trovare uno come noi. Passare le giornate a lavare le tazzine in un bar o a pulire i cessi. E ti aggrapperai a quel lavoro come se fosse oro, perché è oro: questo devi imparare. Quello è oro. OH! DEVI starmi a sentire! E quando il padrone entra a fine giornata, e viene a vedere come hai lavorato, TU non lo guarderai negli occhi. GUARDERAI per terra, perché avrai una gran voglia di saltargli addosso, sbatterlo per terra e farlo urlare. E farlo supplicare e piangere. E così guarderai per terra, perché avrai paura di farlo: QUESTA è la vita che ti aspetta, stronzo.
Lui si guarderà intorno per controllare quello che hai fatto e dirà: Oh, c’è ancora una macchiolina,laggiù. CRISTO, è possibile che non l’hai vista? PRIMA di andare via, quella me la levi!
Reprimerai la rabbia che ti sale al cervello e pulirai quella macchia, ecco; pulirai quella macchia bene, finché non diventerà bello lucido.

E il venerdì, ritirerai la tua busta paga. SE TU ci riuscissi, SE TU ci riuscissi, potresti diventare presidente di una banca, quello che vuoi! Se riesci a farlo.”
“NON IO, amico. IO non voglio fare quella vita di merda! Allora me ne rimanevo in galera.”
“Allora peggio per te,ragazzo. Peggio per te.”
“TU la faresti quella vita di merda?”
“Magari potessi…Magari potessi.

A Trenta secondi dalla fine – Dialogo tra Manny e Buck quando sono sul treno.

E’ questo che ci attende nel lavoro se le cose non cambieranno: vivere con uno spirito di rabbia e rassegnazione, sottomessi, costretti a piegarci alla volontà altrui, senza contare più nulla.