Su Bostonian Library è possibile leggere una recensione su Strade Nascoste, il primo romanzo che ho realizzato.
Sono trascorsi più di dieci anni da quando ho concluso la prima stesura: che valutazioni fare del percorso inerente alla scrittura?
Continuare a scrivere (e soprattutto a leggere) ha portato ad acquisire una maggiore sintesi, ad avere uno stile più asciutto; ho scritto Strade Nascoste al meglio delle possibilità che avevo in quel periodo, mettendo tutti i mezzi e le risorse a mia disposizione nella realizzazione dell’opera. Se lo scrivessi adesso, lo stile sarebbe differente, ci sarebbero delle migliorie nei dettagli: questo è un fatto normale, una presa di coscienza che qualsiasi scrittore ha nei confronti dei suoi primi lavori. Non rimpiango (e neppure mi vergogno) di quello che ho fatto, perché ci ho messo tutto l’impegno che avevo e quanto fatto è servito per farmi migliorare e arrivare dove sono adesso. E così continuerà a essere continuando nel percorso scrittorio.
Sono rimasto praticamente sempre in ambito fantastico nei miei lavori, ma non sono mai stati semplicemente dei fantasy; Strade Nascoste (e così Strade Nascoste-Racconti) è sicuramente il romanzo che più è fantasy, seppure abbia diversi elementi dell’horror, ma lo stesso non si può dire per L’Ultimo Potere e L’Ultimo Demone. Questi due ultimi lavori hanno trovato in sé lo sviluppo di più generi: fantasy, horror, fantascienza, denuncia sociale, filosofia, spiritualità. Qualcuno potrà storcere il naso, ma a me interessa scrivere storie quanto più interessanti e profonde possibili; non sono un purista dei generi, perché per me è il genere al servizio della storia, non la storia al servizio del genere; qualsiasi elemento di qualsiasi genere può andare bene purché sia utile a scrivere qualcosa di buono.
Tutt’altro discorso per Jonathan Livingston e il Vangelo, che appartiene alla saggistica e che va a toccare argomenti molto diversi dal fantastico, anche se opere appartenenti a questo genere sono utilizzate per mostrare aspetti della vita, perché di essa si parla in quest’opera.
Ancora diverso è il discorso per altre due opere concluse ma al momento inedite: una è un thriller paranormale di denuncia sociale (legata sempre al ciclo della Caduta), l’altra una storia per bambini (ma anche per quelli un po’ più grandi) con protagonisti gli animali.
Finora ho parlato del passato e del presente: il futuro quale sarà? Certezze non se ne hanno: le idee saltano fuori in qualsiasi momento e qualcosa di nuovo può venire creato all’improvviso. Una cosa però è certa: c’è materiale per scrivere altre storie su Asklivion e la Caduta, anzi, ci sono già dei capitoli scritti e la struttura di futuri lavori già imbastita. Però sono ancora lontano dal poter dire che il lavoro è a buon punto: per questo ci vuole tempo. E io sono dell’avviso che per fare dei buoni lavori occorre tempo, perché le cose vanno fatte per bene, senza fretta (la cosa migliore quando la si ha, è andare con calma), altrimenti è meglio non farle.
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