Racconti delle strade dei mondi
Jonathan Livingston e il Vangelo
Strade Nascoste – Racconti
Inferno e Paradiso (racconto)
Lontano dalla Terra (racconto)
La fine di ogni cosa (racconto)
L’Ultimo Baluardo (racconto)
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By M.T., on Marzo 27th, 2013% Di Patrick Rothfuss ho apprezzato molto Il Nome del Vento, primo volume di Le Cronache dell’Assassino del Re. Lettura che si è rivelata ugualmente piacevole con La Paura del Saggio, secondo capitolo di questa saga: romanzo più corposo del precedente, con l’autore sempre intento a mostrare il percorso d’evoluzione di Kvothe all’interno dell’Accademia e la sua ricerca dei Chandrian. Lo stile di scrittura si mantiene sempre sul livello del precedente romanzo, le avventure del protagonista continuano ad affascinare, tuttavia l’opera presenta dei momenti di stanca: seppur ben scritto, l’avere incentrata tutta l’attenzione su un unico personaggio, può far scendere l’interesse.
Questo è uno dei rischi in cui s’incorre nel focalizzarsi su un solo elemento: allungare la storia, renderla molto particolareggiata, invece di aumentare la suspense, la fa allentare. Aggiungere sempre tasselli che lentamente vanno a formare il quadro della storia può sì arricchire la trama, ma anche stancare il lettore che vede accumulare informazioni che non lo portano all’avvicinarsi alla soluzione del mistero.
Tener viva l’attenzione del lettore non è facile, occorre pianificazione nel creare l’intreccio e saperlo tenere sulle spine, ma non si può mantenere sempre questo stato: una corda non si può tenere sempre tesa, altrimenti, inevitabilmente, s’allenta. Occorre saper dare al lettore un “contentino”, far vedere che la sua pazienza è ripagata.
Elemento ben conosciuto da autori come Jordan, Erikson e Sanderson che in fatto di saghe lunghe dai tomi corposi hanno molto da dire: loro hanno compreso che per non ripetersi e non stancare, per scrivere opere lunghe e mostrare un mondo con la sua storia, occorrono più punti di vista. La diversità, come in tutte le cose, arricchisce e intriga, è la spinta ad andare avanti per scoprire ciò che si trova oltre il già conosciuto.
By M.T., on Settembre 16th, 2012%
La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda; la leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si alzò nelle Montagne di Nebbia. Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.
L’Occhio del Mondo (1990) – Primo volume di La Ruota del Tempo. Robert Jordan (James Oliver Rigney) 17 ottobre 1948 – 16 settembre 2007
In ricordo dello scrittore, ma soprattutto dell’uomo, per i sogni e le idee che ha lasciato e per quelli che ha portato con sé e che non ha potuto condividere con altri.
Grazie Robert.
By M.T., on Marzo 27th, 2012% In Presagi di Tempesta Rand al’Thor è riuscito a far luce sulle tenebre che si stavano addensando su di lui e come il sole che torna a splendere dopo giorni cupi di pioggia è riuscito a innalzarsi, divenire quello che deve essere: non più un essere diviso in se stesso, perseguitato dalle ombre del passato come Lews Therin lo è stato per tanto tempo, continuamente teso verso un ruolo che pareva voler pretendere sempre più sacrifici da lui, privarlo di ogni umanità, renderlo un semplice mezzo del Potere, ma un individuo integro, saldo nei suoi intenti. La salita sul Monte Drago per lui rappresenta una Rinascita, una sorta di Resurrezione dopo il lungo calvario patito che lo fa ascendere e divenire il Drago che le profezie tanto attendono
In Le Torri di Mezzanotte, Rand si sta ormai apprestando al confronto con il Tenebroso, preparando il terreno per lo scontro, tirando le fila dei propri alleati pronti a scendere al suo fianco nell’Ultima Battaglia. Tarmon gai’don ha inizio.
Ma come si è visto in questa epica saga, non è l’unico protagonista della storia, non è l’unico da cui dipende il destino del mondo.
Egwene è riuscita a ripristinare l’ordine all’interno della Torre Bianca, non più divisa da lotte intestine tra le varie Aes Sedai, dove ogni gruppo cerca di strappare agli altri la fetta più grande di potere; ma perché le cose siano sistemate occorre trovare i membri dell’Aia Nera che ancora si annidano al suo interno, guidate da uno dei Reietti.
Mat è alle prese con il Golham e mentre cerca di sfuggire al letale segugio, pensa al modo di convincere chi produrrà su ampia scala i suoi draghi, la nuova e potente arma capace di sparare proiettili esplodivi a grande distanza. Senza contare l’impresa che sta per compiere insieme a due suoi compagni; un’impresa importante sia per se stesso sia per le vicende a venire.
E mentre Nynaeve apprende nuovi modi di guarire, avviene la riscoperta dei vari modi di Viaggiare, della creazione di nuovi ter’angreal e cuendillar; talenti perduti da tempo ricompaiono assieme al parlare con i lupi, la pulizia di Saidin. Capacità andate smarrite dai tempi dall’Epoca Leggendaria.
Tutto ciò fa da contorno alla trama principale del tredicesimo volume della Ruota del Tempo, incentrata su Perrin, che dopo essere riuscito a riavere al suo fianco Faile, ora deve preoccuparsi dei Manti Bianchi e della giustizia che vogliono che s’abbatta su di lui; oltre a occuparsi di una minaccia invisibile che sta tramando per colpire con forza e impedire che possa portare aiuto nell’Ultima Battaglia. Una minaccia che dovrà affrontare su un piano d’esistenza differente da quello materiale com’è il Sogno del Lupo; è questa a mio avviso la parte meglio riuscita del romanzo dal duo Jordan/Sanderson.
Il Mondo dei Sogni, come mi piace definirlo, è sempre stato fonte d’interesse e di fascino per me, perché è un mondo sconfinato, ermetico, pieno di misteri e significati ancora da scoprire; un mondo di cui si sa ancora poco, anche se uomini come Freud e Jung hanno mosso i primi passi per dipanare le nebbie che avvolgono questa dimensione.
Jordan non è stato l’unico nelle sue opere a usare il Mondo dei Sogni come altra dimensione in cui far muovere i personaggi e far svolgere le vicende: già altri scrittori hanno saputo utilizzarlo, come ha fatto Terry Brooks in Le Pietre Magiche di Shannara e nel Ciclo degli Eredi (anche se è stato un uso limitato, dato che ha usato questa dimensione come un poter guardare al futuro, un ammonimento su fatti che si devono ancora verificare). L’autore della Ruota del Tempo lo ha utilizzato invece come una dimensione parallela, riuscendo a rendere bene i meccanismi di quanto accade durante il sonno: un mondo continuamente mutevole, con leggi proprie che trascendono quelle conosciute nella realtà, dove è la volontà l’unica vera forza che conta. Una volontà che il più delle volte è inconscia, che crea le cose senza esserne consapevole, dove il sognatore spesso è in balia della propria creazione; il che è quello che accade sempre a chi sogna. Tutti subiamo passivamente ciò che sognano, vivendo il sogno come se fosse reale, come se fosse davvero la realtà: il sogno è il padrone che ci manipola, che ci terrorizza o ci fa stare bene, quell’energia che ci lascia scombussolati o compiaciuti a seconda di quello che incontriamo. Un modo per mostrare quanto poco conosciamo di noi stessi, quanto sono grande le zone buie e sconosciute del nostro essere, della nostra psiche; forze che spesso ignoriamo e teniamo fuori dalla nostra coscienza, che isoliamo, attorno alle quali creiamo dei muri per contenerle. Ma durante il sonno non c’è controllo, le barriere s’abbassano e ciò che è stato messo da parte sale alla ribalta, ribaltando le parti: chi era vittima diventa carnefice.
Una realtà già conosciuta e ben mostrata da Wes Craven con il personaggio di Freddy Krueger nella famosa serie cinematografica di Nightmare, dove chi nella realtà è stato vittima di linciaggio per i crimini commessi, torna a vivere nei sogni altrui per ottenere la sua vendetta, uccidendo i sognatori. Alcuni potrebbero pensare che è fantasia il ritenere che una persona che muore in un sogno possa morire anche nella realtà, ma spesso ignorano che la mente può essere più forte del corpo: se la convinzione è molto grande e si arriva a credere fermamente in qualcosa, il sogno diventa realtà. Così, se si è davvero convinti di morire nel Mondo dei Sogni, così avverrà in quello reale, dato che il corpo non può vivere senza mente, senza volontà; se il legame tra i due si spezza, la vita viene a cessare.
Attraverso queste invenzioni viene mostrata una realtà incontrovertibile: chi è inconsapevole di ciò che lo circonda ne rimane vittima. Più grande è l’ignoranza, maggiore è il danno che si subisce, allo stesso modo in cui si verifica nei sogni: più è grande l’ansia, la paura, più è forte l’incubo che ci perseguita. Nonostante lo scenario cambi in continuazione, data la natura mutevole che sta alla base che origina questo mondo, esiste una costante: la forza che permea le emozioni negative che danno vita all’Incubo. Ne viene dato un altro ottimo esempio grazie alla Corte dell’Incubo, i Signori Oscuri delle Terre dell’Incubo, uno dei Domini dell’ambientazione di Ravenloft (per chi volesse approfondire la’rgomento consiglio la pagina del sito Ravenloft-Il Cannocchiale): figure oscure e incomprensibili, incarnazione dell’inconscio ancora insondabile, sono i padroni di una piccola terra che è al confine tra il Piano Materiale e il Piano dei Sogni, completamente circondata da un anello di sfere lucenti ognuna dei quali è una dimensione separata in cui si dispiegano gli incubi; è in questo luogo che il Dr. Illhousen è stato trascinato assieme alla Clinica per Malati Mentali dopo aver osato sfidare la Corte dell’Incubo e aver perso. Dato che l’età culturale di tale luogo equivale alla cultura rinascimentale, il Dr. Illhousen rappresenta l’uomo di scienza che comincia a scoprire un mondo nuovo, come può essere stata la psicologia ai primordi, e che deve avanzare con prudenza, un passo alla volta, perché molto è ciò che è sconosciuto e senza la giusta conoscenza si può andare incontro al fallimento: e’ quello in cui tanto spesso è incorso il raziocinio umano di fronte ai meandri della psiche, illudendosi con i mezzi di cui era disposizione di poter controllare forze più grandi di lui.
Cosa che non accade invece a Perrin che grazie al lupo Hopper viene addestrato a conoscere il Mondo del Sogno, soprattutto ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé e della propria doppia natura. E attraverso questa conoscenza, piega il Mondo del Sogno alla sua volontà, lo usa come mezzo per portare avanti la battaglia contro l’Oscuro, combattendo un nemico sfuggente. E’ grazie all’amico lupo che anche lui, come Rand, diventa quello che deve diventare, un nuovo essere temprato e reso forte dalle fiamme delle difficoltà.
By M.T., on Febbraio 9th, 2012% La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda; la leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si alzò nelle Montagne di Nebbia. Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.
Così cominciava il primo capitolo di L’Occhio del Mondo, il primo volume della saga La Ruota del Tempo.
Così comincia il primo capitolo di Le Torri di Mezzanotte, tredicesimo libro delle vicende del Drago e del mondo in cui vive.
Sono passati più di venti anni dal romanzo che ha dato il via a una grande avventura e come tutte le cose, ciò che ha un inizio ha anche una fine: il ciclo che è stato aperto deve essere chiuso. La storia si sta avvicinando al suo epilogo, i fili intrecciati stanno per mostrare l’arazzo che è stato tessuto.
C’è aspettativa per conoscere la risoluzione di una lotta tra bene e male, tra caos ed equilibrio, che su molti campi e in numerose epoche si è visto svolgersi ed evolversi.
Ma allo stesso tempo c’è il rammarico di veder giungere al termine qualcosa di grandioso, si prova quasi il desiderio che la lotta continui in eterno.
E così sarà.
Cambierà forma, indosserà abiti differenti, verrà chiamata in molti modi, si muoverà su mondi reali e immaginari, vedrà chiunque come protagonista, nel grande come nel piccolo.
E anche se il ricordo diverrà sbiadito e verrà smarrito, l’eco di ciò che è stato continuerà a esistere, perché il Drago, ciò che è grande, è destinato a rinascere.
Ma questi sono pensieri che s’allontanano dalla lettura: ora c’è da scoprire cosa c’è ad attendere nel cammino di Rand, Mat, Perrin e tutti gli altri personaggi incontrati nel lungo girare della Ruota, un futuro che aspetta con trepidazione d’essere scoperto.
Un piacere reso possibile dalle penne di Sanderson e Jordan prima di lui.
Un piacere reso ancora più carico ed evocativo se alla lettura si vanno ad aggiungere le note dei Blind Guardian che suonano e cantano la canzone dedicata a questa immensa saga.
Wheel of Time
Now there is no end
The wheel will turn, my friend
I’m in flames
Cause I have touched the light
It pulls me so
We shall be one
Forevermore
That’s all I want
It’s all I need
Everything is fixed
There’s no chance
There’s no choice
It’s calling me
Saidin
So precious and sweet
My mind keeps fading away
It’s scratching deeper
My sole reliever
How can I find you now?
Passing through the flames
I see
How terror will rise
It soon will be over
O father of lies
Like foul winds at twilight
It’s coming over me
What was and what will be?
What is?
I don’t know
Driving me insane
Just feel the heat
Madness creeps in
I’ll tear it down
There’s no end
Wheel of time
It keeps on spinning
There’s no beginning
Turn the wheel of time
There’s no beginning
Just keep on spinning
Light – it binds me
Light – it blinds me
Light – it finds me
Light denies me now
I creep along
So desperate and tired
Let me ask you
Why?
I am what I am
Prophecies I am the chosen
Ta’veren
The flame will grow
Feel the heat
I’ll keep on breathing
After all there’s no tomorrow
Wheel of time
Save my soul, find a way
And if I fail, will it all be over?
Oh wheel of time
The vision
So fleeting and vague
Once again I will bring down the mountain
One last glimpse
It is costantly slipping away
The young man said
“I will never give up”
The inner war
I can hold against it
My mind, my mind
My mind’s in darkness
The young man says
“I will never give in”
The prophecy
Behold it’s true
I conquer the flame
To release the insane
I’m crying
I cannot erase
I’m the dragorn reborn
And in madness
I soon shall prevail
Twice I’ll be marked and
Twice I shall live
The heron sets my path
And name me true
Twice I’ll be marked and
Twice I shall die
My memory’s gone
But twice I pay the price
Wheel of time
Save my soul
Find a way
May it be as the pattern has chosen
Oh, wheel of time
Turn the wheel of time
It keeps on spinning
There’s no beginning
There’s no end, wheel of time
There’s no beginning
Just keep on spinning
Shine on
Embrace and deny me
Turn on, wheel of time
Shine on
You’ve burnt me, now guide me
Weave on, wheel of time
By M.T., on Febbraio 22nd, 2011% Su Fantasy Magazine è stata pubblicata la recensione che ho scritto insieme a Martina Frammartino di Presagi di Tempesta , il dodicesimo libro della monumentale opera La Ruota del Tempo, creata da Robert Jordan e, a seguito della sua scomparsa, ora portata a conclusione da Brandon Sanderson.
So già che per qualcuno le saghe, specie se lunghe, possono essere stancanti, dato l’arco di tempo che occorre attendere per giungere a conclusione, oltre che dispendiose in termini economici (non occorre però acquistare per forza i romanzi: c’è sempre la biblioteca 🙂 ), ma per certe vale la pena l’attesa; è il caso della serie della Torre Nera di Stephen King, del ciclo Malazan di Steven Erikson. E lo è per la Ruota del Tempo: una lettura piacevole, ma anche ricca e profonda.
Forse è una coincidenza, ma mi capita sempre più spesso di prendere tra le mani libri che mostrano uno stato che sto attraversando e mi è di supporto. Quale che sia la realtà, un libro può essere sempre di aiuto. E se non lo sarà, avrà fatto passare piacevolmente dei bei momenti. Che sia così per chiunque voglia leggere la Ruota del Tempo.
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Le mie 10 righe dai llibri
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