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Maboroshi

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MaboroshiMaboroshi è un film del 2023 di Mari Okada incentrato sulle vicende di Masamune Kikuiri, Mutsumi Sagami e alcuni dei loro compagni di classe. Studente del terzo anno delle superiori, Masamune sta studiando con gli amici per gli esami di ammissione; sembra una giornata come le altre, quando un’esplosione all’acciaieria, attorno alla quale ruota l’esistenza della cittadina di Mifune, seguito da un crollo nella montagna a fianco, sconvolge tutto quanto. L’incidente appare subito grave, ma un’improvvisa luce verde squarcia la città.
Da quel momento in poi Mifune è isolata dal mondo, ma questo non è il fatto più strano: nel cielo compaiono delle crepe dello stesso colore della luce, che vengono tappate dal fumo che sale dalla acciaieria. Non è il solo cambiamento, anche le persone mutano atteggiamento: sono più apatiche, prive di stimoli. Le stagioni sono tutte uguali e gli adolescenti, come Masamune, guidano l’auto.
Un giorno, Masamune, viene invitato da Mutsumi a recarsi all’acciaieria perché vuole mostrargli una cosa di cui la maggior parte delle persone è all’oscuro: una ragazza più o meno della loro età che assomiglia molto a Mutsumi ma che si comporta come una bambina. Mutsumi chiede a Masamune di recarsi alcune volte a settimana all’acciaieria per aiutarla ad accudire la ragazzina, che Masamune chiamaerà Itsumi.
Col passare del tempo, Itsumi s’affeziona sempre più a Masamune, al punto da scatenare una reazione molto forte in Mutsumi; il ragazzo ne rimane sorpreso, e reagisce cercando di liberare Itsumi dalle mani di Mamoru Sagami, lavoratore dell’acciaieria e sacerdote del Santuario Mifushi della città, che non vuole farla uscire dall’impianto e vuole consacrarla, in modo che gli dei un giorno possano perdonarli: fuggiti da dove la ragazza è reclusa, raggiungono un treno abbandonato e mentre sono lì si formano nuovamente delle crepe, permettendo a Masamune di vedere cosa c’è attraverso.
La realtà lo sconvolge: vede la città in uno stato di degrado e rovina. Da lì comincia a capire perché il tempo sembra essersi bloccato, perché non cambiano mai fisicamente. E che non è stata raccontata tutta la verità sull’incidente.
Mamoru Sagami, scoperto, è costretto a raccontare in parte la verità. Così come Tokimune, zio di Masamune e fratello del padre di lui scomparso, rivela che Itsumi non appartiene a quel mondo: viene da fuori Mifune. A differenza di loro che fisicamente non cambiano ma maturano mentalmente, la ragazza cresce fisicamente ma non evolve a livello mentale.
Col passare dei giorni il fumo, che assume la forma di lupo, comincia a far sparire le persone della città che cominciano a creparsi come il cielo. Sempre più spesso si formano crepre nella realtà e in una di esse Masamune vede una persona che assomiglia a suo padre che sta assieme a una donna di nome Mutsumi Kikuiri; in quell’attimo capisce che la persona che ha visto è il se stesso adulto sposato con Mutsumi (Sagami non è il suo vero padre, ma solo quello adottivo) e che Saki, la bambina che hanno, altri non è che Itsumi.
Dopo questo fatto, dichiara i propri sentimenti a Mutsumi, che però è restia ad accettarli, dato che lui si è dichiarato solo dopo aver visto il futuro. I due tuttavia finiscono per baciarsi; Itsumi li vede e comincia a piangere, facendo aprire sempre più crepe nel loro mondo. Nello stesso momento il fumo dell’acciaieria cessa di esistere.
Il mondo in cui vivono sta per finire, ma si cerca ancora di salvarlo. Mentre Tokimune cerca di far ripartire l’altoforno, Masamune e i suoi amici vogliono far ritornare Itsumi al mondo reale, perché il loro mondo altro non è che una stasi, un mondo illusorio creato dagli dei della montagna per far continuare a vivere l’ultimo momento felice della città, data la sua inevitabile fine dopo l’incidente.
Inevitabilmente Masamune e gli altri scompariranno, ma cercheranno di vivere il più possibile quel momento, mentre Itsumi deve tornare a vivere la vita che ha interrotto.
Anni dopo, una Saki cresciuta e matura, torna a visitare la Mifune reale, abbandonata e in degrado, ricordando i momenti felici che vi ha trascorso, ma anche la prima ferita al cuore che ha avuto.
Cosa dire di Maboroshi? Si tratta di una love story con elemento fantastico annesso, ma è anche qualcosa di più: è il cercare di bloccare il tempo, di far rivivere momenti felici prima che il tempo vada oltre e se li porti via. Il non vedere finire mai certi attimi può sembrare un desiderio bellissimo da vedere esaudito, ma il ripetersi sempre delle stesse cose alla fine fa perdere sapore all’esistenza, ai sentimenti, alle emozioni. Per quanto alle volte poco piacevole, bisogna andare avanti.
Maboroshi è un buon film, ma non è proprio immediato; in alcune parti fa fatica a ingranare, rendendo difficoltosa la comprensione, specie quando si tratta di spiegare le meccaniche del mondo illusorio che fa continuare a vivere Mifune. Comunque, la sua visione è consigliata.

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