“…nulla alimenta l’oblio più di una guerra, Daniel. La legge del silenzio prevalse e ci convincemmo che quanto avevamo visto, fatto o saputo non fosse che un incubo. Le guerre negano la memoria dissuadendoci dall’indagare sulle loro radici, finché non si è spenta la voce di chi può raccontarle. Allora ritornano, con un altro nome e un altro volto, a distruggere quel poco che avevano risparmiato.” (1)
Tutto questo non deve accadere e per questo occorre ricordare orrori come il 6 agosto 1945, quando su Hiroshima fu sganciata la prima bomba atomica. Ricordare e andare a scavare sulle ragioni di questa follia, perché non possa più ripetersi. Perché se è vero che tanti ritennero quest’atto necessario per far terminare il conflitto bellico, va ricordato che fu l’ultima grande follia di una guerra dove tutto fu folle.
1. Carlos Ruiz Zafon. L’ombra del vento, pag.386. Oscar Mondadori 2006.
Forse adesso il buffone della Corea del Nord ci regalerà qualche nuovo spettacolo. Speriamo di no.
Speriamo davvero di no, perché a quel punto il rischio di una reazione a catena sarebbe molto alta.