Fanteria dello Spazio è un romanzo di fantascienza del 1959 di Robert A. Heinlein, considerato negli Stati Uniti un’opera di formazione per i giovani, mentre in Italia è stato presentato come una lettura per adulti. Nonostante nel 1960 abbia vinto il Premio Hugo come miglior romanzo di fantascienza, non ha avuto un cammino facile: sebbene Heinlein avesse pubblicato prima di esso altri dodici romanzi con Scribner’s, l’editore lo bocciò completamente, avendo un comportamento che portò in seguito lo scrittore a non avere più rapporti con esso.
Perché ci fu un atteggiamento duro e chiuso verso tale opera?
Heinlein sapeva cavalcare lo spirito dei tempi e in alcuni casi era capace di precorrerli, avendo linee di pensiero che anticipavano quelle delle società e questo, in alcuni casi come quello in questione, non lo ha aiutato di certo (come nel caso anche di Straniero in terra straniera); inoltre il romanzo in questione fu accusato di militarismo, fascismo, exonofobia. Per capire il motivo di tali accuse occorre vedere il contesto nel quale lo scrittore scriveva, il periodo della Distensione tra Usa e URSS, che andava a influire nel giudizio di tutto ciò che era legato ai militari e alla guerra.
Ma il romanzo non è un inno alla guerra, all’esercito. Certo mostra il servizio militare, l’addestramento, la diversità di pensiero tra civili e militari, ma non spinge all’uso della forza, della violenza, delle armi; invece centra il suo messaggio sulla responsabilità dell’individuo, sul farsi carico di doveri verso gli altri perché si possa vivere in un sistema giusto ed equilibrato. Se ogni individuo fa la sua parte per far diventare il luogo in vive un luogo migliore, allora le probabilità che lui e gli altri vivano bene aumentano.
Naturalmente tutto ciò non può essere imposto, deve essere una libera scelta perché si radichi e diventi efficace: solo attraverso un pensiero consapevole acquisito con l’esperienza, lo studio, la disciplina, si deve arrivare a tale coscienza, a comprendere tale insegnamento. E se si viene addestrati a usare la forza non è certo per amore di essa, ma per una necessità, perché occorre essere pronti a difendere ciò che è importane perché esso non venga distrutto. Le belle parole, gli ideali sono qualcosa di elevato e magnifico, ma possono essere gettati nel fango e spazzati via in un soffio se non si è capaci di preservarli.
L’opera di Heinlein non è militarista e non vuole certo spingere a dare il diritto di voto solo a chi ha svolto il servizio militare, ma vuole insegnare che tutto nella vita deve essere conquistato per poter cogliere il suo valore e rispettarlo: dare qualcosa, qualsiasi cosa, senza impegno, senza sacrificio, non fa apprezzare quanto vale veramente, proprio come succede con le generazioni attuali, cresciute viziate e capricciose, dove gli è stato dato tutto e che proprio per questo non sanno cogliere il significato della vita e del rispetto verso le cose, la natura, gli altri, ma sanno solo gettare fango e distruggere quello con cui hanno a che fare. Un’educazione sbagliata cha ha portato ben poco di buono, con individui irresponsabili, maleducati e dannosi che non credono in niente se non nel loro capriccioso egoismo, che non hanno un senso d’appartenenza perché hanno ben pochi sentimenti che li legano al prossimo che non siano d’opportunismo e sfruttamento. Individui che non hanno una casa, dato che non possiedono un cuore; perché la casa è dove sta il cuore.
Tutto ciò è Fanteria dello Spazio, non certo la trasposizione cinematografica del 1998 di Paul Verhoeven, una pellicola dove il messaggio che passa, almeno a uno sguardo superficiale (perché in realtà Verhoeven fa una critica pungente al militarismo) è quello dell’uso delle armi, della forza bruta, dell’individualismo e che perde tutto il significato dell’etica, del senso di responsabilità e della tecnologia presente nel libro (la cui impronta è davvero significativa nella vita militare), incentrandosi solamente sull’azione adrenalinica, sullo sprezzo del pericolo e sul vincere a tutti i costi.
Un’interpretazione che porta a riflettere che, se il romanzo venisse proposto oggi per la pubblicazione, verrebbe scartato, dato che viviamo in paesi dove la corruzione e le raccomandazioni dilagano (mentre la meritocrazia è qualcosa di veramente raro, se non estinto) e si ha una mentalità di massa ristretta, limitata e involuta, troppo grezza per comprendere qualcosa di più elevato come l’etica e la responsabilità.
[…] Troopers è un film di Paul Verhoeven del 1997, molto liberamente ispirato all’omonimo romanzo di fantascienza di Robert A. Heinlein pubblicato per la prima volta nel 1959. Entrambi i lavori sono space opera militare, ma a parte […]