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Il monopattino

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Era una domenica pomeriggio e Roberto si annoiava: tutti i suoi amici erano partiti per le ferie e per giunta era venuta a mancare la corrente e non poteva usare la console. Papà era impegnato a leggere un libro, mamma a curare il giardino e non avevano tempo per giocare con lui.
Stanco di starsene chiuso in casa senza far niente, Roberto uscì per una passeggiata in paese, dove quel giorno si teneva il mercatino dell’usato. Gironzolò da una bancarella all’altra, dando occhiate svogliate qua e là, ma non c’era niente d’interessante: solo vestiti, vettovaglie e cianfrusaglie varie.
All’inizio aveva sperato d’incontrare qualche suo coetaneo per andare a fare qualche tiro al campo di calcetto, ma c’erano soltanto anziani e genitori con bambini troppo piccoli per giocare.
Stava per tornarsene a casa quando dietro una bancarella di macinini da caffè e teiere dalle forme più strane vide un monopattino appoggiato a un muretto: era un vecchio modello, eppure la vernice brillava al sole come se fosse stata appena data.
«Hai occhio giovanotto, è uno dei miei pezzi migliori.»
La voce fece sobbalzare Roberto: preso com’era dal guardare il monopattino, non si era accorto dell’anziano che stava seduto dietro la bancarella.
«Mi ha portato in ogni luogo sia voluto andare e non mi ha mai lasciato a piedi» continuò orgoglioso l’anziano.
«E perché lo vende allora?» chiese d’impulso Roberto.
«Quando si arriva alla mia età gli acciacchi si fanno sentire e si capisce che il tempo delle avventure è finito.» L’anziano sospirò. «Però ho così tanti ricordi che non mi annoio neanche a star fermo tutto il giorno. Meglio di Netflix» sorrise compiaciuto.
«Ah» fu tutto quello che riuscì a dire Roberto.
L’anziano socchiuse gli occhi mentre lo squadrava. «Mi sembri un ragazzo con tanto tempo a disposizione, così tanto che non sai come impiegarlo.»
Roberto rimase così sorpreso che non seppe cosa rispondere.
L’anziano posò un attimo lo sguardo sul monopattino e poi lo riportò su di lui. «Sarebbe un peccato se restasse a prendere polvere in cantina… quanti soldi hai in tasca?»
Roberto ci guardò e trovò solo il resto del gelato comprato il giorno prima. «Cinquanta centesimi.»
«Venduto!» L’anziano si tirò su in piedi dopo aver dato una manata a un ginocchio e andò a prendere il monopattino. «A una condizione» disse prima di consegnarglielo. «Non devi porre limiti alla tua fantasia.»
«Va bene.»
“Che strano vecchietto” pensò Roberto mentre si allontanava. “Chissà cosa avrà voluto dire.”
Quando la folla fu distante, salì sul monopattino per provarlo: filava che era una meraviglia. Mentre avanzava lungo il marciapiede, osservava le poche auto che passavano per la strada. “Sono andati quasi tutti al mare” pensò tristemente. “Piacerebbe anche a me fare lo stesso.”
Svoltò l’incrocio ed ecco che davanti ai suoi occhi il mare comparve. I gabbiani volavano sulla spiaggia, un bastimento rosso solcava le onde.
«Uao!» esclamò mentre con il monopattino filava veloce lungo la discesa. Come un razzo passò accanto a una panchina dove c’era un bambino con i capelli neri che fece appena tempo a scorgerlo passare.
Vide una stradina secondaria che si diramava da quella principale e decise d’imboccarla. Percorse qualche decina di metri, l’asfalto lasciò il posto al ghiaino: Roberto si spaventò, temendo che sarebbe caduto per terra, ma il monopattino proseguì senza nemmeno uno scossone, portandolo nei pressi di alcune grotte lambite dalle onde del mare. Già s’immaginava a esplorarle e a trovare i tesori perduti dai pirati quando un rombo giunse dalla profondità di una di esse; pochi secondi dopo la testa di un grosso drago dalle scaglie color bronzo fece capolino da dietro una roccia.
Il grande animale fissò Roberto, poi scosse il testone, mettendosi a brontolare prima di spiccare il volo.
Roberto fu sollevato nel vederlo allontanarsi. “Meno male, credevo volesse mangiarmi” pensò.
Ma il drago non si era allontanato troppo: girava in tondo sopra il mare e soffiava nuvole fuori dalla sua grande bocca. Presto il cielo fu oscurato dalle nubi: fulmini cadevano in mezzo al mare mentre chicchi di grandine grossi come noccioline cominciarono a colpire in testa Roberto. In tutta fretta si rifugiò in una delle grotte, lontano da quella del drago per non farlo arrabbiare ancora di più.
Era appena entrato che un animale simile a un cavalluccio marino, ma con le ali e più grosso, prese a starnazzare contro di lui.
«Mi scusi, non volevo disturbarla, stavo solo cercando un riparo contro la grandine» cercò di spiegare Roberto.
L’animale però non volle sentir ragioni: prese a sparargli dal suo becco a trombetta delle dure palline arancioni.
Roberto tornò a uscire dalla grotta e le cose andarono di male in peggio: il drago si era messo a girare in tondo ancora più velocemente, creando una gigantesca tromba d’aria che si faceva sempre più vicina.
“Avessi le ali come il drago, potrei volare via” pensò impaurito Roberto.
Come per magia si ritrovò a fluttuare nell’aria, il monopattino che lo portava sempre più in alto. Roberto strabuzzò gli occhi passando accanto a uno strano razzo verde e giallo e vedendo le stelle farsi sempre più grandi e luccicanti. Stava già fantasticando dei mondi che avrebbe scoperto che la sveglia del suo orologio cominciò a suonare: era ora di cena.
“Meglio che torni a casa, se tardo mamma e papà poi mi sgridano.”
In men che non si dica si ritrovò nel suo giardino. Mise il monopattino in garage e salì le scale di corsa. “Chissà quali avventure mi aspetteranno domani” pensò trepidante.

Il monopattino è un racconto che ho scritto per Piccoli Grandi Sognatori; alla seguente pagina è possibile vedere il video che è stato realizzato.