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Firefight

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Firefight di Brandon SandersonFirefight è il secondo volume della serie degli Eliminatori scritta da Brandon Sanderson e siccome si parla dell’edizione tradotta in italiano, occorre subito fare un precisazione perché chi legge la copertina non venga fuorviato da questa frase: “Lo scontro tra le forze del buio e coloro che anelano la luce è appena cominciato”. Non ci sono forze del buio e forze della luce, non esiste nei romanzi di Sanderson una distinzione così netta tra bene e male; c’è la lotta tra gli Eliminatori e gli Epici, con i primi che si oppongono ai secondi per liberare l’umanità dalla tirannia di questi super esseri, ma questi ultimi non sono cattivi per scelta, i loro atti sono una conseguenza della corruzione dovuta all’uso dei loro poteri. Più gli Epici usano poteri per se stessi, più si allontanano dalla loro umanità, divenendo insensibili, spietati, brutali, completamente privi di morale e valori, salvo quello della supremazia sugli altri. Quindi, si ribadisce, gli Epici non sono forze dell’oscurità per scelta ma per conseguenza, soccombono a quella che viene definita oscurità, ma che in realtà è follia, corrosione della mente e dell’animo, come succede a chi subisce grossi traumi (per esempio i reduci di guerra). Inoltre gli Epici non sono divenuti tali per scelta (salvo sorprese nel prossimo romanzo), ma per avvento di Calamity (in questo romanzo si scopre qualcosa di più su cosa è, ma niente spoiler). Pertanto quanto riportato da Fanucci è fuorviante; d’accordo che si sarà reputato come un buon modo per attirare i lettori, ma è stato un reputare sbagliato e fatto male, che falsa la realtà del romanzo.
Dato che si è partiti con le critiche all’edizione italiana, si fanno subito notare i punti deboli di Firefight, gli stessi riscontrati in Steelheart, ovvero l’incomprensibilità di certi comportamenti in determinate situazioni: non è plausibile che una persona che sta per essere fulminata da una potente scarica elettrica si soffermi a guardare estasiato l’Epico che lo sta attaccando e pensi a quanto questo sia figo. D’accordo che questa serie è considerata young adult, ma c’è un limite all’adolescenzialità (e alla stupidità). Altro aspetto negativo, e che diventa fastidioso alla lunga, è il continuo usare metafore e similitudini da parte del protagonista (e non solo); il suo voler usare a tutti i costi questo modo di parlare diventa pesante e inverosimile.
Tolte queste pecche, Firefight si presenta come una buona lettura, ben strutturata, scorrevole, coinvolgente. Dopo lo scontro dei capitoli iniziali con l’Epico Sourcefield, la scena si sposta da Newcago a Babilor (Babilonia Rinata), quella che un tempo era Manhattan, con David, Tia e Prof che vi si recano per scoprire il motivo per cui Reagalia, l’Epico al comando, ha mandato diversi dei suoi simili a colpire gli Eliminatori. E’ chiaro a tutti che sotto c’è qualcosa, che può trattarsi di una trappola, ma il gruppo è deciso ad andare fino in fondo; senza contare che a Babilor c’è Firefight, la spia infiltratasi negli Eliminatori per ordine di Steelheart, di cui David è innamorato, convinto che lei non sia malvagia, che esista una possibilità che gli Epici non soccombano all’oscurità che ottenebra la loro mente. Su questo punto si deve scontrare con la risolutezza di Prof, convinto che Megan debba essere eliminata.
In un susseguirsi di scoperte, rivelazioni e combattimenti spettacolari, Firefight mostra una trama solida e piacevole, con Sanderson che per l’ennesima volta dimostra la sua capacità di creare mondi e ambientazioni: se in Steelheart Newcago era una città completamente d’acciaio, Babilor s’ispira all’antica Babilonia con i suoi giardini pensili, ricca di vegetazione dai sfrutti sgargianti che cresce all’interno dei palazzi grazie ai poteri di Dawnslight, anche se una buona parte della città è stata sommersa dalle acque controllate da Regalia (questo Epico domina all’apparenza meno duramente di Steelheart, pare più ragionevole e tollerante, e anche i suoi abitanti vivono in maniera più rilassata). Come nel volume precedente, anche in Firefigth sono variegati i poteri degli Epici incontrati dagli Eliminatori e particolari i loro punti deboli; molto interessante e ben congegnata la relazione che c’è tra questi ultimi e il passato dell’Epico, soprattutto i suoi traumi e le sue paure. Il finale ha un colpo di scena che fa presagire a un precipitare delle cose, ma allo stesso tempo lascia aperta la porta per la speranza e la possibilità di trovare una risoluzione alla piaga degli Epici.
Sanderson con Firefight dimostra la sua capacità di creare ambientazioni varie e particolari e storie con una trama solida e coinvolgente; non fosse stata concepita per un target d’adolescenti, la serie degli Eliminatori avrebbe potuto essere un’opera di maggiore qualità, intelligente e interessante, che purtroppo invece scade in certi momenti in banalità adolescenziali di cui si farebbe sinceramente a meno.