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I Segugi dell’Ombra - Nuova edizione

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I Segugi dell'Ombra di Steven EriksonI Segugi dell’Ombra di Steven Erikson è dato disponibile al pubblico italiano dal 26 ottobre nella nuova edizione: la prima parte della precedente edizione era uscita nel 2013, la seconda non è mai stata pubblicata a seguito del fallimento di Armenia. Le prospettive di veder terminare la saga Malazan in italiano non erano delle più rosee, anzi erano piuttosto funeste, dato che non sembravano esserci altri editori interessati all’acquisizione dei diritti dell’opera di Erikson. Poi Armenia è stata acquisita da un altro editore, che ha deciso di proseguire con la pubblicazione della serie Malazan fino alla sua conclusione: oltre a I Segugi dell’Ombra, anche i sette volumi precedenti sono ora in vendita nel nuovo formato, mentre il nono dovrebbe giungere sugli scaffali nella primavera del 2016. Si tratta tutte di ristampe, almeno fino a questo momento, fuorché I Segugi dell’Ombra che è inedito a metà.
Che cosa è cambiato rispetto alla prima edizione?
Innanzitutto non ci sono più romanzi divisi in due parti, una delle scelte che meno era piaciuta ai lettori (che si ritrovavano, rispetto a chi leggeva la versione originale in inglese, a pagare molto di più per ogni romanzo: spendere 37 E per avere un romanzo che è stato diviso in due è davvero tanto, anzi troppo). Armenia ha variato il prezzo dei volumi in base al numero di pagine: i più corposi (più di 1200 pagine) come I Segugi dell’Ombra e Venti di morte costano 19 E, I Cacciatori di Ossa e Memorie di Ghiaccio (poco meno di 1200 pagine) 18 E, Maree di Mezzanotte, La casa delle catene e La dimora fantasma (si aggirano tra le 900 e le 920 pagine) 16 E, e per I giardini della luna (660 pagine) 14 E. Una scelta positiva, che dimostra attenzione, perché non è equo (come fatto da altre ce) far pagare allo stesso prezzo volumi che hanno una numerazione differente di pagine (alle volte risultando quasi la metà).
Altra scelta positiva quella di usare le copertine originali, migliori di quelle utilizzate nell’edizione precedente.
Come positiva è la scelta di modificare il nome della serie e dargli quello corretto, che rispecchia l’originale: ora non è più La Caduta di Malazan (titolo che aveva poco a che fare con la saga e tradiva il vero significato dell’opera), ma Il Libro Malazan dei Caduti, come ideato dall’autore.
Lascia divisi i lettori invece la scelta del formato, che rispetto alla precedente versione è più piccolo come grandezza di pagine, non ha copertina rigida, sovracopertina e ha una rilegatura differente: si è di fronte a un’edizione in brossura e questo ha fatto storcere il naso a una parte dei lettori. E’ indubbio che l’edizione precedente è di qualità maggiore, sia per quanto riguarda la consistenza della copertina, sia per la rilegatura e il tipo di carta delle pagine; una qualità superiore che sta a significare anche resistenza maggiore del volume.
A questo punto occorre fare una riflessione. Riproporre la ristampa Malazan con un formato simile al precedente, magari realizzando volumi unici, avrebbe avuto un costo maggiore di quello proposto attualmente, perché la qualità si paga. Va tenuto conto che si è di fronte a una ce che è fallita e sta cercando di rilanciarsi, che punta su un autore di indiscussa qualità, che ha un certo seguito, ma che non è paragonabile a quello che hanno avuto Rowling e Meyer; dopo il colpo subito, è logico che la ce, benché voglia investire, voglia anche tutelarsi e non rischiare eccessivamente. Oltre a questo, va preso in considerazione in che mercato ci si trova, quello italiano, che è un mercato dove l’editoria non va bene perché l’Italia non è un paese di lettori: sono poche le persone che leggono, i più seguono le mode del momento, i best seller, facendosi guidare dalla massa che si butta sui volumi più pubblicizzati e di successo, ma che non sa distinguere cosa è realmente valido e di qualità (un approfondimento maggiore su tale questione la si può trovare qua). Erikson è un autore notevole, profondo, che scrive cose intelligenti, che fa ragionare, usare la testa, cosa che in Italia i più ormai non sono più abituati a fare; è anche un professionista serio, dotato di grande onestà in quello che scrive, che non si adegua a ciò che vuole la massa, non si abbassa a scrivere di cose che strizzano l’occhiolino al lettore come fanno altri autori (vedasi Morgan e Martin: qua un confronto tra quest’ultimo ed Erikson), ma scrive ciò che reputa valido e attinente alla propria storia. La sua fetta di pubblico e mercato se l’è ritagliata anche in Italia, ma i più capiscono solo cose semplici e limitate (vedere i successi di Twilight e le varie Sfumature) e difficilmente riusciranno a capire e apprezzare un autore come Erikson. Armenia, che può aver fatto una valutazione simile su tale realtà, ha voluto continuare a puntare su questo autore, tuttavia senza aspettarsi un boom di vendite stratosferico, cercando di tutelarsi in un certo modo e valutando come investire le proprie risorse su questo prodotto: una ce deve ottenere guadagno dal proprio lavoro, altrimenti chiude i battenti, non bisogna dimenticarsene. La scelta che ha fatto Armenia ad alcuni potrà non piacere, ma si valutino tutti gli elementi mostrati e si capirà che se ha agito in una certa maniera c’è una ragione; altri, con una situazione ben diversa e con le spalle più coperte, hanno fatto di peggio, avendo un comportamento più che criticabile (tanto per fare un esempio, dividendo romanzi in tre parti e vendendoli a 19 E l’uno). E per chi non conosce bene l’inglese, o non ha il tempo di perfezionarlo per poter leggere fluentemente in lingua originale, il lavoro svolto da Armenia può essere considerato positivo dinanzi alle riflessioni appena fatte; certo ci saranno degli scontenti e magari si poteva provare a fare di più, ma non si riesce mai ad accontentare tutti e avere tutti.
Nell’attesa di poter concludere I Segugi dell’Ombra e vedere come la storia è proseguita, qua la recensione su quanto letto della prima parte dell’ottavo volume della saga Malazan.