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Religione

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La religione è qualcosa nata con l’uomo: è apparsa nella sua storia in tanti modi e forme, con i suoi riti, le sue preghiere, i suoi dogmi, i suoi dei. Ogni popolo ha scelto il credo che sentiva più vicino al suo modo di vivere e intendere, ma ogni religione è stata creata per avere un contatto con il Divino, una ricerca di qualcosa di superiore all’uomo, di quella spiritualità che dà risposte sulla vita e su come viverla.
Questa è la vera natura della religione. E’ anche vero che le istituzioni che l’hanno sorretta e divulgata sono state e sono potenze che hanno legami e influenza sui governi, sugli affari delle nazioni: fatti che l’allontanano dalle sue origini, facendone perdere il suo vero significato.
Allontanamento che è totale quando ci sono membri dell’istituzione che s’inchinano a organizzazioni malavitose dedite all’usura, allo spaccio di droga, alle truffe, all’omicidio, all’estorsione: a questi livelli non è più religione, ma sottomissione al potere, per opportunismo o paura verso chi ha una certa forza.
Questa non è più religione: non ha più niente a che vedere con il suo reale spirito, è solo qualcosa di distorto e traviato. Giuste sono le parole di Papa Francesco quando condanna le associazioni a delinquere.
Ma fino a quando le persone non ascolteranno e metteranno in pratica quanto detto, smettendo di dare potere ad associazioni malavitose, non ci sarà nessun cambiamento. Le persone dovrebbero imparare che il cambiamento comincia prima dal loro modo di fare, che tante piccole scelte dei singoli messe insieme mutano il sistema; perché se questo mutamento non avverrà, il male continuerà a imperversare e a rendere la vita miserevole e piena di bocconi amari.

Non è arrivata la cicogna

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si tratta dell’ennesimo abbandono di animale, uno dei soliti problemi del periodo estivo quando la gente va in ferie.
Le persone vedono un cucciolo, si inteneriscono, lo prendono perché lo trovano carino, divertente, perché curioso, giocoso. Per qualche tempo va tutto bene. Ma quando si avvicinano le ferie, o ci sono altre impellenze, se l’animale diviene un di troppo, viene messo via come un vecchio peluche di cui ci si è stancati.
Un animale però non è un oggetto; anche se in maniera diversa, prova sentimenti: affetto, paura, dolore, abbandono, fame, solitudine. Si sente tradito e non riesce a capire perché le cose da un momento all’altro sono cambiate, perché il mondo che conosceva non può più esserci.
Ogni anno, ogni maledetta estate, il copione si ripete. E non si riesce ad abituarsi al cuore di pietra di certe persone, del loro egoismo, menefreghismo, della loro irresponsabilità. Perché un animale abbandonato non è solo una creatura che soffre, ma è anche un pericolo per altre persone, causa d’incidenti stradali che possono risultare mortali.
Quando per queste persone giungerà la consapevolezza delle loro azioni e del loro modo di pensare e vivere, non sarà troppo presto.

Steelheart

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steelheartOccorre fare una premessa doverosa quando si parla di Steelheart di Brandon Sanderson: benché l’autore americano sia conosciuto come scrittore di libri fantasy, il primo volume di questa sua nuova trilogia (negli Stati Uniti ci si avvicina all’uscita del secondo volume, Firefight) non è un romanzo fantasy, non importa se nella quarta di copertina l’editore italiano Fanucci lo reputa tale o se in rete si leggono commenti che lo definiscono in questa maniera. Steelheart appartiene alla fantascienza, se proprio si vuole essere precisi al genere supereroistico e distopico, tema quest’ultimo caro a Sanderson, visto quanto pubblicato finora: anche se con ambientazione diversa, l’idea del gruppo di ribelli che si contrappone ad autorità dotate di grandi poteri capaci di mettere in ginocchio un’intera popolazione (grazie anche a un vasto spiegamento di forze militari), ricorda quanto già incontrato in L’Ultimo impero, primo romanzo della trilogia Mistborn. Abbiamo David, il protagonista da poco divenuto uomo, che per anni ha pianificato la sua vendetta contro Steelheart, colui che ha ucciso il padre e piegato ai suoi voleri l’intera città in cui vive (come fatto da tanti altri esseri come lui in altre metropoli), proprio come Kelsier ha fatto con il Lord Reggente dopo che gli ha ucciso la moglie. Invece d’essere avvolta dalle nebbie come accade nelle Dominazioni, si ha a che fare con una città perennemente avvolta dalla notte a causa di Nightwielder, uno degli Epici al servizio del despota nemico.
Ma chi sono questi Epici che tanto hanno sconvolto la Terra e come sono comparsi?
Le notizie chi si hanno sul loro conto non sono chiare. Un tempo erano esseri umani comuni, ma dopo la comparsa nel cielo di Calamity, hanno sviluppato poteri soprannaturali; poteri talmente grandi da fargli perdere ogni morale (ben mostrata questa realtà, soprattutto sul come più si usino i poteri, più la mente e l’umanità si degenerino, alienando chi li possiede), considerandosi al di sopra di qualsiasi legge, di qualsiasi individuo e di poter disporre di tutto come vogliono. Non si sa se Calamity sia un esperimento del governo che ha voluto creare una razza di superuomini oppure si tratti di una cometa venuta dalle profondità dello spazio capace di conferire capacità straordinarie; teoria questa che rende forte l’analogia con Wild Cards – L’origine, il primo romanzo della serie curata da George R.R. Martin assieme ad altri autori. Solo che in quel caso il tema della nascita dei poteri viene affrontato in tono più maturo, più approfondito, mostrando la caccia che viene fatta dal governo alle persone dotate di poteri, come esse siano trattate come dei diversi, dei mostri, una minaccia da tenere sotto controllo. Sotto certi aspetti, l’opera di Martin ricorda le serie degli X-men; quella di Sanderson invece fa venire in mente fin dalla prima apparizione di Steelheart, Superman, grazie al suo mantello svolazzante, alla sua capacità di volare, alla sua invulnerabilità a qualsiasi forma di attacco. Solo che in questo caso si ha a che fare con un supereroe malvagio, proprio come succede nel film di animazione Justice League – La crisi dei due mondi (2010, diretto da Lauren Montgomery e Sam Liu), dove si ha un universo parallelo con le parti tra buoni e cattivi invertite (si ha un Lex Luthor in versione eroica e la Justice League che è il Sindacato del Crimine).
Sanderson, come si è visto, non crea nulla di originale, prendendo spunti da trame e tematiche già affrontate, ma sa realizzare una storia avvincente che scorre piacevole fino alla fine, tenendo vivo l’interesse. Buono lo stile e le idee usate, come quella dell’equipaggiamento degli Eliminatori sviluppato grazie allo studio fatto sui poteri e sul dna degli Epici. Buona la caratterizzazione dei personaggi, sviluppata per essere adatta a un romanzo young adult: benché il tema della distopia possa essere cupo, viene affrontato con un tono leggero, ma non per questo superficiale; solamente non mostra i lati più crudi e oscuri come potrebbero fare altri autori.
Tuttavia, uno dei nei del romanzo è proprio questa leggerezza e il fatto di puntare su un aspetto ben diffuso degli young adult. David fin da subito prende una cotta per Megan, la prima degli Eliminatori che incontra, e benché il suo pensiero dovrebbe essere solo quello della vendetta, appena conosciuta la ragazza, la sua mente non fa che andare sempre su come le sue azioni possano fare colpo su di lei. E’ vero che è un diciottenne, ma è inverosimile che in una situazione di estremo pericolo dove la morte è a un passo, i pensieri non siano pervasi dal terrore, dall’istinto di sopravvivenza, dall’adrenalina, ma siano volti su come le proprie gesta possano trovare una reazione positiva sulla bella. Da uno scrittore come Sanderson non ci si aspetta scivolate del genere, rimanendo nel dubbio se sia stata una mancanza o un adeguarsi alle richieste del mercato; già in altre sue opere ci sono state storie di amore (anche se questa è appena agli inizi, non trova ancora un vero sviluppo) come nella serie Misborn e Il Conciliatore, ma erano state affrontate in maniera migliore, non con cadute di tono come in questo caso.
Un altro neo è l’uso di “metafore” (come le chiama uno dei personaggi) durante i dialoghi per alleggerire le situazioni, cercando di risultare simpatici andando un po’ sopra le righe: in alcuni casi sono una forzatura e risultano un po’ assurdi.
Il romanzo ha una buona atmosfera, i colpi di scena funzionano, anche se s’intuisce da subito quale può essere il punto debole di Steelheart (tutti gli Epici ne hanno uno); come si capisce bene nella scena della tromba dell’ascensore che c’è un intervento particolare, di cui si capisce a quale natura può appartenere.
Tolti questi punti, la storia è piacevole e adempie perfettamente nel compito d’intrattenere: un buon libro che invoglia nel continuare a seguire le vicende dei protagonisti; non l’opera migliore di Sanderson, che ha dimostrato in altri volumi il suo reale valore, ma una lettura consigliata e più che meritevole.

Progetti presenti e futuri: Non siete intoccabili e altro

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Da poco ho terminato la seconda revisione di L’Ultimo Demone, il romanzo che conclude il ciclo I Tempi della Caduta: è il quarto di questa serie, anche se inizialmente era in programma che fosse una trilogia. Ma con L’Ultimo Potere sono saltate fuori trame e vicende che per avere una degna realizzazione hanno necessitato di un altro volume: alla luce dei fatti è stata la scelta giusta e il lavoro fatto è stato soddisfacente. Proprio alla luce di quanto scritto, ci sono stati degli input per la nascita del secondo volume in ordine cronologico della serie: ogni libro, anche se autoconclusivo, presenta degli elementi che lo collegano agli altri e quanto scritto in L’Ultimo Demone ha fatto chiarezza su cosa scrivere in questo romanzo. Le basi del progetto e su cosa e come si sviluppa la trama erano già chiare, ma quanto scritto è servito per avere una visione migliore dei dettagli e del percorso da seguire per arrivare dal punto in cui si comincia a quello in cui si vuole arrivare.
Ma prima di arrivare alla stesura di tale volume, ho un altro progetto da portare a termine: la riscrittura di Non Siete Intoccabili. Nel 2008/2009, periodo in cui lo realizzai, diedi vita a qualcosa di diverso da quello che avevo realizzato fino a quel momento, Strade Nascoste del ciclo Storie di Asklivion: l’idea di un romanzo più breve, più diretto, più di denuncia sulla realtà, era nata con forza e necessitava di prendere forma, perché non dava spazio per altri lavori (a causa di essa ho dovuto interrompere la stesura di Strade Smarrite, seguito di Strade Nascoste, al decimo capitolo), reclamava di essere scritta.
Nella realizzazione di questo romanzo ho voluto discostarmi dall’approccio usato con Strade Nascoste, portando all’estremo dialoghi, situazioni, andando “sopra le righe” per essere più diretto, per colpire con più forza: ho sperimentato un modo diverso di lavorare, di approcciarmi alle storie.
Ora però, grazie anche a spunti e idee nate con L’ultimo Demone, una nuova stesura è necessaria per fare sì che ci siano i collegamenti giusti; soprattutto occorre riscrivere la storia con lo stile che è divenuto mio nelle varie opere che ho realizzato. Dialoghi, riflessioni, descrizioni: tutto verrà cambiato. La storia manterrà l’impronta di base (la denuncia al sistema basato sull’economia che calpesta gli individui), ma assumerà toni più paranormal; soprattutto darà sfumature diverse ai protagonisti.
Terminato questo progetto, sarà la volta di dare vita a una novel basata su un racconto scritto anni fa e poi passare al secondo volume di I Tempi della Caduta per così arrivare a rendere completo questo ciclo. Fatto ciò, sarà la volta di riprendere in mano un’opera dedicata ai bambini e poi tornare alle origini, a riparlare del mondo di Asklivion, con le sue storie e i suoi protagonisti.