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Apologia di Fascismo

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E’ notizia di questi giorni che alcuni parlamentari della destra (il senatore Cristano De Eccher (Pdl), cofirmatari i senatori del Pdl Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin, Achille Totaro e il senatore Fli Egidio Digilioha che però ha ritirato la firma dopo colloquio con Bocchino) hanno presentato al Senato un ddl costituzionale per l’abolizione della la XII norma transitoria e finale ella Costituzione che vieta la “riorganizzazione del disciolto partito fascista”.
Per chi non lo sapesse, L’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione”), anche detta Legge Scelba, che all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «fa propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità» di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque «pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».
Certo, una proposta è solo un tentativo per cambiare le cose, non è detto che ci riesca. Ma resta un fatto comunque grave, specie in un periodo e in un paese dove l’illegale viene legalizzato e si cerca continuamente di smantellare la giustizia per assecondare i fini di poche potenti persone e i diritti umani (come si sta vedendo fare nel mondo del lavoro).
Non passiamoci sopra: la gravità dello stato in cui versa la nazione è palese. Un paese che non rispetta le regole, le vuole piegare ai propri voleri e le vuole cambiare per il proprio tornaconto. Purtroppo fatti simili come quelli verificatisi in questi giorni non sono stati i primi. Già tempo fa ci fu un tentativo di riscrittura della storia dove si voleva far passare la destra e la nobiltà come beneffatori del paese, interessati solo al bene dei cittadini, al contrario della sinistra che aveva voluto ostacolarli per fare il proprio interesse. O come dimenticare le parole di La Russa che affermava che i fascisti erano eroi romantici, d’altri tempi, incompresi e perseguitati per un ideale più alto.
Si vogliono cambiare le carte in tavola, rendere legale l’illegale. E’ ora di porre un freno a questi tentativi e far sì che la legge venga rispettata e applicata. Perché anche se molti lasciano correre, qualsiasi cosa legata al fascismo è perseguibile penalmente.
Molti dimenticano Il Decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito con modificazioni in legge 25 giugno 1993 n. 205, comunemente detto Legge Mancino, legge che condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali,che punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici.
L’inerzia, il lasciar correre, permettere a chi governa di fare tutto quello che vuole è pericoloso.
Ancora una volta la letteratura mette in guardia da simili tentativi. Lo fa George Orwell con 1984, un’opera molto lucida e soprattutto capace di dare consapevolezza su cosa è in grado di portare chi è al governo se non è controllato. “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù”, “L’ignoranza è forza”, “La menzogna diventa verità e passa alla storia”, “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”, sono solo alcuni degli slogan del partito descritto nel romanzo. Slogan molto attuali, visto i tentativi di far passare per vere le prese in giro del governo e di riscrivere la storia a proprio favore. Come viene anche questo ben mostrato nel romanzo (es. se Eurasia e Oceania diventano alleati dopo essere stati in guerra, nessuno deve portare memoria della precedente ostilità, divendo vero che l’Eurasia è sempre stata alleata dell’Oceania e che non vi è mai stata inimicizia tra i due stati): la storia non deve esistere più, se non per spalleggiare il partito. Gli uomini si devono adeguare, cancellando la memoria dei fatti indesiderati e sostituendoli coi fatti che il Partito vuole che si ricordino.
Occorre fare attenzione al conformismo, al totalitarismo, all’abbattimento delle diversità, al volere avere un unico pensiero in nome della sicurezza e della tranquillità. La vita è mutamento, è cambiamento, non è staticità, perché questa caratteristica appartiene solo ai cadaveri, alle cose morte. Ed è innegabile che il paese in cui viviamo sta propagando una cultura di morte, avvizzente e limitante.