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Dark Wings of Steel

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Nel 2011 i Rhapsody of Fire si sono separati.
Da una parte il chitarrista Luca Turilli (seguito da Patrice Guers (Basso) e Dominique Leurquin (chitarra)), che ha dato vita a una nuova band (i Luca Turilli’s Rhapsody), realizzando un album (Ascending to Infinity) che ha trovato riscontri e apprezzamenti, risultando convincente.
Dark wings of steelDall’altra il tastierista Alex Staropoli (con il quale è rimasto il cantante Fabio Lione e il batterista Alex Holzwarth), che, con i nuovi membri (il chitarrista Roberto De Micheli e il bassista Oliver Holzwarth), ha fatto uscire il 22 novembre 2013 l’album Dark Wings of Steel.
Un album che presenta sonorità meno elaborate rispetto a lavori precedenti come Triumph or Agony e The Frozen Tears of Angels, più metal e meno stile film score; già l’artwork di Felipe Machado Franco che fa da copertina all’album fa presagire il cambiamento avvenuto durante l’ascolto dei brani. Uno stile duro, severo,  privo della ricercatezza del passato, più diretto.
Dopo il brano di apertura Vis Divina dominato dalle tastiere di Staropoli, la chitarra di De Micheli fa da apertura a Rising from Tragic Flames, una canzone veloce e potente, ricca di cori, che ripropone gli elementi che contraddistinguono i Rhapsody of Fire. Segue Angel of Light, più malinconica, con tastiera e pianoforte che fanno da apertura e un Lione che riesce a dosare toni cattivi ed evocativi. Tears of Pain si mantiene sulle atmosfere del brano che l’ha preceduto, con il coro che fa egregiamente il suo dovere duettando con Lione. Fly to Crystal Skyes
parte lenta, ma con le sue melodie porta una ventata che spinge a protendersi verso l’alto, in un volo che allontana dalle atmosfere melanconiche vissute in precedenza.
Atmosfere che ritornano in My Sacrifice, un brano che incede lento, ma potente, che quasi sembra voler cullare l’ascoltatore. Ascoltatore che però viene subito scosso dall’attacco veloce di Silver Lake of Tears, con la voce di Lione che sembra quasi voler graffiare. Dopo questa galoppata, si torna sui melodie più calme e cullanti con la ballad Custode di Pace, brano completamente cantato in italiano che segue le orme di Il Canto del Vento (Triumph or Agony).
A Tale of Magic risveglia dalla tranquillità in cui si era caduti, brano con un sound di forte impatto e un ritornello davvero efficace; ottima la prova delle chitarre. La miglior canzone dell’album.
Chiudono Dark Wings of Steel e Sad Mystic Moon: due brani solidi, con il secondo che colpisce soprattutto per il lavoro del coro, veramente notevole e ispirato.
Dark Wings of Steel è un buon album: ben suonato, che ricorda l’impronta dei primi album della band, ma che proprio rispetto ai primi lavori manca di quella potenza ed epicità che li avevano contraddistinti. Soprattutto gli manca una cosa: dopo il suo ascolto, salvo un paio di canzoni, le melodie e i testi non rimangono nella mente di chi ascolta.
In definitiva un buon lavoro, ma che non lascia il segno, che rispetto all’album degli altri Rhapsody di Turilli è un gradino sotto.

La cavalcata dei Rhapsody of Fire

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Ci sono diversi modi per realizzare una saga fantasy: esistono libri, fumetti, serie televisive. Lo si può fare anche attraverso la musica.
Ed è quello che hanno fatto i Rhapsody of Fire in questi anni, a partire dal 1997 con i loro album, affermandosi a livello internazionale e arrivando a creare un nuovo genere, il Film Score Metal: è tra voli su draghi e unicorni alati, scontri tra demoni e morti, profezie nate da signori oscuri e angeli splendenti, che si sviluppano le saghe da loro create, la Emerald Sword Saga e la Dark Secret Saga.
Possono piacere o non piacere, ma è un dato di fatto che hanno lasciato un segno nel Metal, come ho scritto in questo articolo.