“La Russia sta facendo quello che i nazisti facevano sul suo territorio: ora abbiamo a che fare col fascismo russo” Queste sono le parole della scrittrice premio Nobel Svetlana Aleksievic rilasciate durane un’intervista. Un’intervista dura, molto critica riguardo non solo il governo, ma anche il popolo russo.
Del governo, specie di Putin, dice che si ha il mito della Grande Russia e si sa come finisce nella Storia l’inseguimento di questo sogno di grandezza, la Grande Serbia, la Grande Germania.
Del popolo dice che è ugualmente colpevole perché, anche se spaventato, anche se condizionato, deve porsi delle domande sulla guerra che sta distruggendo un paese.
Questa situazione ha delle analogie con il recente passato del nostro paese e si può dire la stessa cosa dell’Italia, riferendosi al ventennio berlusconiano (non è una coincidenza che Berlusconi sostenesse Putin).
Berlusconi è colpevole di aver rovinato l’Italia, ma lo è anche la popolazione che l’ha sostenuto. La domanda è: in che percentuale si dividono le colpe?
Perché è vero che il popolo ha seguito, ma è stato condizionato. E chi ha condizionato è stato Berlusconi con i suoi media (come ha fatto poi Putin).
La linea è sottile. Perché è vero che un capo può condizionare o provare a condizionare il suo popolo, ma al popolo sta anche non farsi condizionare. Se questo accade, ci si domanda perché. Più comodo? Più facile? Non si ha più l’intelligenza di capire certi meccanismi?
Su queste cose bisogna riflettere.
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