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L’Italia è un paese innovativo

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L’Italia è un paese innovativo, va sempre dietro al nuovo. Peccato che il nuovo sia sempre qualcosa di vecchio. E’ così con le mode, è così con la tecnologia, è così con la politica: è un copione che sempre si ripete. Berlusconi, Veltroni, Grillo: persone che si sono date da fare per ottenere una poltrona, per avere potere, non certo per fare il bene della popolazione italiana, di cui non importa nulla. Ora c’è Renzi (un altro individuo dello stesso stampo di Berlusconi), che ha tanto lavorato per la sua scalata e che è responsabile dell’ennesima crisi di governo che porta nuova instabilità. Non che quello che si stava facendo stesse migliorando le cose, si sapeva che non si sarebbe andati avanti a lungo, non con equilibri così sottili dove bastava un niente per mandare in fumo varie proposte e lavori, ma è l’ennesima dimostrazione che ai politici (o presunti tali) interessa solo ottenere potere sempre e comunque e questo a discapito della gente comune, che è quella che sostiene tutto questo baraccone. Da notare come, se mai andasse al governo, Renzi abbia intenzione di mettere nei ruoli di ministri degli industriali: questo la dice lunga su che parte verrà favorita e dove si andrà a parare.
La questione è dolente e preoccupante, ma lo è ancora di più un altro fatto: le persone non hanno imparato a riconoscere questo genere d’individui e continuano ad andargli dietro tutte le volte che se ne presenta uno. Se poi ci si trova in certe situazioni e periodi, non ci si chieda perché.

A proposito d’industriali. In un periodo e in una situazione come questi sono dimostrazione di sprezzo e presa in giro le parole di John Elkann riguardo il lavoro: “Il lavoro c’è ma i giovani non sono molto determinati a cercarlo”. Fa riflettere sulla gravità di tali affermazioni il fatto che sia stato un altro imprenditore, Diego Della Valle, a giudicare e criticare queste affermazioni. “E’ una vergogna che uno degli Agnelli dica che oggi i giovani hanno un posto di lavoro. Lui appartiene a una famiglia che ha distrutto una quantità industriale di posti di lavoro e di conseguenze le speranze di molti giovani. Uno che si permette di dire che i giovani se ne stanno a casa perché non hanno voglia di lavorare, perché il lavoro c’è, è un imbecille.”