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Redenzione e perdita

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Può darsi che confidando in una possibile redenzione, le persone compiano il male volontariamente. La redenzione rimane in attesa, come una porta laterale, in qualsiasi corte o tribunale noi finiamo per ritrovarci. Non è richiesto neppure il pagamento di una multa, basta la semplice negoziazione che solleva da qualsiasi responsabilità. Una stretta di mano e via, attraverso quella porta laterale con il giudice che ci osserva benevolo. E il senso di colpa e le conseguenze svaniscono all’istante.
Oh, Salind era davvero in crisi. Le argomentazioni erano sempre più deboli fino a quando rimaneva aperto il concetto stesso di redenzione. Il Redentore abbracciava tutto, facendosi carico di tutto. Senza fare domande, concedeva l’assoluzione come se fosse priva di valore, mentre la ricompensa per chi veniva abbracciato era un dono ancora più prezioso del tesoro del tiranno.
Dov’era la giustizia in tutto questo? Dov’era la punizione per i crimini commessi, la pena per il male perpetrato? Non esistono limiti morali in questo. E non se ne avverte neppure la necessità, perché ogni sentiero conduce nello stesso luogo, e quando la misericordia viene meno, non si fanno più domande.
Il culto del Redentore… è un abominio.
Lei aveva iniziato a cogliere i motivi per cui era nato il clero, il bisogno di riti, regole e divieti sanzionati, il filtro della morale definito dalle nozioni di giustizia comunemente accettate. Eppure, capiva anche fino a che punto una tale istituzione poteva diventare pericolosa, come dispensatrice di quella giustizia. Volti simili ad avvoltoi incappucciati, a guardia della porta del tribunale, che sceglievano chi poteva entrare e chi no. Quanto tempo sarebbe passato prima che una borsa d’argento cambiasse di mano? Quanto tempo sarebbe passato prima che un malvagio criminale trovasse costo tra le braccia del Redentore, cieco e generoso?
Lei poteva plasmare una chiesa simile, poteva formalizzare il culto in una religione, e poteva anche imporre un incrollabile senso della giustizia. Ma che ne sarebbe stato della futura generazione di sacerdoti e sacerdotesse? E di quella successiva, e di quella ancora seguente? Quanto tempo sarebbe passato prima che le rigide leggi trasformassero quella chiesa in una tirannia ipocrita e assetata di denaro? Quanto tempo sarebbe passato prima che arrivasse la corruzione, quando il fulcro segreto della religione si basa sul semplice fatto che il Redentore abbracciava chiunque si presentasse al suo cospetto? Un fatto capace di assicurare il prolificare del cinismo in seno al clero, e partendo da quel cinismo, l’avidità terrena sarebbe stata del tutto inevitabile.
Non era semplicemente la perdita della fede nel Redentore. Era la perdita della fede nella religione.

I Segugi dell’Ombra. Parte PrimaSteven Erikson Pag. 523-524