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Ispirare il bene

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«Io dovevo ispirare il bene, non la follia, la morte.»
«Lei hai ispirato il bene, ma ha anche sputato in faccia alla criminalità di Gotham. Pensava che non ci sarebbero state vittime? Le cose peggiorano sempre prima di poter migliorare.»
«Ma Rachel, Alfred…»
«Rachel credeva in quello che lei difendeva, signore; in quello che noi difendiamo. Gotham ha bisogno di lei.»
«No, Gotham ha bisogno del suo vero eroe. E io ho lasciato che quello psicopatico assassino quasi lo spedisse all’inferno.»
«Motivo per il quale per ora dovrà accontentarsi di lei.»

Questo è il dialogo che si svolge tra il miliardario Bruce Wayne (Crhistian Bale) e il maggiordomo Alfred (Michael Cane) in Il Cavaliere Oscuro, il secondo film diretto da Christofer Nolan sul personaggio di Batman, uno dei momenti cardine di questa pellicola.
Un dialogo emblematico, che mostra il punto focale di questa storia: opporsi a ciò che è sbagliato è duro, comporta sacrifici. Resistere è logorante, alle volte si crede di non poter sopportare il peso di tutte le conseguenze che certe scelte comportano.
Ma è necessario che ci sia qualcuno che lo faccia, che dimostri che tutto questo è possibile, che occorre mettere un freno a tutto ciò che è sbagliato: corruzione, delinquenza. E per ottenere risultati bisogna combattere, non indietreggiare, saper opporsi a chi prevarica e vuole imporre il suo punto di vista, anche se si deve andare oltre ogni sopportazione, continuare anche se si viene odiati, anche se si deve essere emarginati, fare quella scelta che nessuno osa affrontare: la scelta giusta, che certo alle volte porta a essere soli, incompresi, alla quale si arriva a pensare di non poter resistere a tutto quello che comporta.
Ma se non c’è nessuno che lo fa, non ci sarà mai alcuna giustizia, alcuna equità: i prevaricatori continueranno a vincere e così continueranno a esserci vittime, sempre in numero maggiore. Ci sarà sempre un Joker pronto a sfruttare le debolezze e le paure della gente, pronto a dimostrare che in ognuno c’è quel mostro che lui rappresenta, pronto a far risaltare agli occhi di tutti che le persone sono egoiste, opportuniste, distruttrici, capaci solo di pretendere, di non avere valori, etica; un archetipo questo a cui non bisogna lasciare spazio perché altrimenti le cose non faranno che peggiorare, generando un caos in cui è impossibile vivere.
E d’individui come il Joker, dei Distruttori, l’esistenza ne è piena: persone con cui non ci si ragiona né si tratta. Persone il cui unico scopo è vedere bruciare il mondo. Uno tra gli esempi più lampanti, sotto gli occhi di tutti, senza andare tanto lontano, è Marchionne, un’ottima incarnazione di questo simbolo, che cambia sempre le carte in tavola, usando tutto e tutti per i suoi machiavellici piani. Ma si può guardare ad altri elementi dell’imprenditoria (Ilva per esempio) o della politica (la schiera dei suoi membri in questi ultimi anni è davvero numerosa). Occorre saper riconoscere archetipi come questi, perché l’esistenza di tutti i giorni ne è piena; soprattutto occorre saper riconoscere che questa può essere una componente del proprio carattere. Una componente che va sempre tenuta sotto osservazione e a cui va impedito di prendere il sopravvento.
Ma come ci si accorge che c’è un Joker in ognuno di noi, occorre accorgersi che esiste anche un Batman, una forza capace di contrastare la forza distruttiva che vorrebbe scatenarsi senza controllo: un’energia capace di preservare quanto è stato creato (e per chi ha amato la saga Mistborn di Brandon Sanderson, è facile cogliere la somiglianza con il dualismo che c’è tra Rovina e Preservazione).
Il Cavaliere Oscuro è come le opere teatrali dei greci: fa accorgere attraverso una finzione di un certo aspetto della realtà. Certo Batman è un personaggio dell’immaginazione, ma la sua storia inventata può insegnare quanto una storia reale. Anche se può sembrare un accostamento inappropriato, il suo resistere, sopportare incomprensioni, perdite, l’essere isolato, è quello di Nelson Mandela, che ha lottato tutta una vita, subendo anche il carcere, per creare un sistema più giusto, equo, senza divisioni interne, dove ci fosse unione, non separazione. E pure se è solo un frammento di ciò che è stata la sua vita, Clint Eastwood con Invictus è riuscito a cogliere in maniera abbastanza appropriata lo spirito di un grande uomo che è rimasto fedele a quanto ha creduto, che ha lottato per i propri ideali e grazie ai quali è stato d’ispirazione e aiuto per molti.