Racconti delle strade dei mondi

Il falco

L’inizio della Caduta

 

Jonathan Livingston e il Vangelo

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L’Ultimo Demone

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L’Ultimo Potere

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Strade Nascoste – Racconti

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Strade Nascoste

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Inferno e Paradiso (racconto)

Lontano dalla Terra (racconto)

365 storie d’amore

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L’Ultimo Baluardo (racconto)

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Il magazzino dei mondi 2

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Il magazzino dei mondi 2
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Bologna 3

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La fine di ogni cosa

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Foglie rosse e accartocciate rotolarono sullo sfondo del cielo limpido, trasportate da una gelida brezza pungente.
«Il cambiamento è in arrivo» garrì la rondine sfrecciando sul campo dove non cresceva più nulla.
Il corvo aprì il becco, buttando la lingua in fuori come se stesse soffocando. «E’ la fine. La fine del mondo.»
«Da dove arriverà?» cinguettò l’usignolo con una malinconica nota risuonante di cose perdute.
«Dal mare» sentenziò l’airone scacciando con il becco le mosche che si posavano sull’ala ferita e spezzata.
«Dal cielo» stridette il falco con un occhio sfregiato volgendo lo sguardo alla volta celeste.
Tra le fronde dei rami, gli occhi spaventati del variegato stormo di uccelli sopravvissuti si posarono all’interno dell’ombra della grande quercia.
«Dall’uomo» risuonò il verso profondo del gufo. «La fine viene dall’uomo.»
Occhi grandi, occhi saggi abbracciarono il deserto cosparso di rocce e lamiere arrugginite, solcato da torrenti lenti, gorgoglianti di liquami bituminosi. Sulla linea dell’orizzonte, come cobra incantatori, si levavano le colonne nere dei fumi degli incendi che andavano sempre più a infittire il cerchio oscurante i raggi solari.
“Senza luce si può sopravvivere, ma senza calore si va incontro a un solo destino.” Il gufo spiegò un’ala per avvicinare al proprio corpo il piccolo di cinciallegra tremante. “Ma in un modo o nell’altro, il finale sarà lo stesso per tutti. Anche per loro.”
Posò lo sguardo sul fumo azzurrognolo che da più parti saliva dal pendio della collina, accompagnato da un rombo ringhioso. Presto non sarebbe rimasto più un albero dove posarsi, non avrebbero più avuto una casa: il boschetto assediato dalle macchine sarebbe caduto, lasciandoli esuli migranti verso il calare della notte del mondo che mai avrebbe più rivisto l’alba.
«A volere troppo, si perde sempre tutto.» Arruffò le penne per scrollarsi di dosso i fiocchi di cenere che avevano cominciato a cadere.

Lati Oscuri

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Da molti L’Ombra dello Scorpione viene considerata l’opera migliore di King, un romanzo denso che racconta la caduta della civiltà e il rialzarsi dell’uomo da una catastrofe che l’ha quasi portato all’estinzione. Un romanzo sia corale sia individuale, che lascia riflessioni non da poco su che cos’è la società, su come in apparenza sembra destinata a perpetrarsi perchè la vita è una tal ruota che nessuno è capace di resistere in piedi a lungo. E sempre, alla fine, si torna allo stesso punto. E come dice Stuart rispondendo alla domanda di Frannie se la gente impari mai qualcosa, non si ha risposta, perché l’animo umano è troppo complesso, troppe sono le parti oscure che sorgono in esso. Parti oscure che spesso non ci si accorge nascono da piccoli eventi, scelte che non si considerano importanti, ma che unite le une alle altre vanno a creare una parte di sé che conduce a una strada dalla quale non c’è ritorno, di cui si è i soli responsabili, dato che c’è sempre una possibilità di scelta, cosa di cui s’accorge Harold. Il più è saperla cogliere, riuscire a fare il salto, trovare il coraggio di fare quel passo avanti che può cambiare l’esistenza e non far vivere nel rimpianto (e non come succede a Nadine che rimane in attesa aspettando la grande occasione, perché se arriva, non sempre è come ce la si è aspettata, anzi: questo continuo rimandare, procrastinare, fa trascorrere una vita che alla fine reclama un prezzo da pagare, perché vivere nell’attesa consuma in una maniera che non si può immaginare, lasciando senza niente), di lasciare indietro il passato, ciò che si è stato, i rancori, gli oltraggi subiti. Ma alle volte tutte queste cose creano ferite così profonde, lasciano segni così marcati da creare ossessioni di una forza che non dà tregua, facendo ristagnare in paludi mortifere, che possono solo portare a un’esplosione che fa fuoriuscire tutto quel veleno che è andato a inquinare la vita; perché per ogni cane, il giorno buono arriva, prima o poi.
E’ vero che la decisione finale di come agire spetta solo all’individuo, ma quanta influenza hanno i comportamenti altrui, quanto potere hanno i gesti, le parole che si rivolgono agli altri? Quanto di quello che si fa può far nascere un senso di rivalsa/ribalta, un rendere quanto avuto, negli altri? Bisogna stare molti attenti a come si agisce, perché anche la persona più saggia non riesce a prevedere le reazioni che si possono scatenare da certe scelte.
Per questo la comprensione, il saper accorgersi, l’osservazione, l’attenzione sono così importanti, perché la chiusura verso gli altri e i loro bisogni non li spingano a rivolgere lo sguardo verso l’oscurità. E l’oscurità non ricambi quello sguardo, facendo perdere la dignità e la sanità di mente e di giudizio, spingendo verso la follia.