Con La figlia della spada, Steve Bein realizza un ottimo romanzo. Primo libro della trilogia Le cronache delle spade di Inazuma (in Italia sono stati tradotti solamente i primi due volumi), mescola insieme elementi fantastici, polizieschi e storici. La detective Oshiro Mariko, unica donna che ricopre tale ruolo nel Dipartimento della polizia metropolitana di Tokyo, sta investigando sul narcotraffico della yakuza nonostante sia osteggiata dal suo capo e dai colleghi; costretta ad avere a che fare con un ambiente inviso alle donne, messa sempre in difficoltà, si ritrova tra le mani il caso di un furto nella casa di un anziano signore. Il crimine non è andato a buon fine e l’oggetto in questione, un’antica spada samurai, non è stato rubato; tutto sembra concludersi con un nulla di fatto, ma il destino per lei sembra avere altri progetti. Pratica e razionale, Mariko non è intenzionata a credere alle parole che il proprietario dell’arma, il professor Yamada Yosuo, le riferisce, ma presto dovrà ricredersi quando comincerà ad avere a che fare con forze più grandi di lei. Senza contare che un furto come tanti che succedono è collegato alla pista che sta seguendo sul traffico di droga: si sta preparando un grosso acquisto di droga che cambierebbe le cose nei ranghi della malavita e chi che sta portando avanti questo piano è lo stesso che ha tentato il furto della spada, un tempo allievo del professore. Fuchida Shuzo, associato alla yakuza, esperto di spada giapponese e spietato assassino, vuole rubare la spada del professore per rivenderla e acquistare dall’estero un gran quantitativo di droga; la spada, come si sarà ben capito, non è una spada normale: ha un grandissimo valore, dato che si tratta di una delle leggendarie lame create da Inazuma, un forgiatore vissuto molto prima di Muramasa e Masamune, di cui pochi credono nella sua esistenza. Tuttavia, l’obiettivo di Fuchida non è solo questo: vuole essere l’unico che, anche se per breve tempo, ha posseduto due spade di Inazuma, dato che ne possiede già una.
Secondo la leggenda, ogni spada di Inazuma era impregnata di un potere magico; quella in possesso di Fuchida, Bella Cantante, è una spada maledetta, che ha assorbito lo spirito di una donna tradita e uccisa, e che fa impazzire chi la possiede, portandolo alla rovina. Fuchida, grazie al suo grande autocontrollo, è l’unico che finora è riuscito a resistere a lungo agli impulsi che la spada crea in chi la possiede, ma è inevitabile che prima o poi anche lui soccomba al suo potere. Per questo Yamada addestra Mariko all’uso della spada, facendola addestrare con la Inazuma in suo possesso, Vittoria Gloriosa, per compiere quello che lui non è riuscito fare: distruggere Bella Cantante.
Una terza spada di Inazuma servirà per portare a compimento l’obiettivo: Tigre sulla Montagna.
La figlia della spada ha un buon ritmo, con l’azione che si divide tra presente (le vicende di Mariko e Fuchida) e passato (la storia delle tre spade, ognuna ambientata in un periodo storico differente), senza far mai calare l’attenzione del lettore, anzi, spingendolo a continuare la lettura per scoprire quale intreccio lega le tre spade di Inazuma e qual è il loro ruolo nelle vicende. Anche se si tratta di elementi fantastici, è interessante vedere come Bein li ha inseriti all’interno di fatti storici reali (ben congeniato come l’assenza di Tigre sulla Montagna abbia influito sulle sorti del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale). A questo va aggiunto una buona caratterizzazione dei personaggi, non solo quelli principali (Mariko, Fuchida e Yamada), ma anche quelli secondari.
La figlia della spada è stata in definitiva un’ottima lettura: davvero consigliata.
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