La classe politica italiana da anni non dà dei begli esempi e le cose non sono certo migliorate ultimamente. Da Berlusconi a Renzi a Di Maio e Salvini c’è stato un continuo andare verso il basso come dialettica e comportamenti. La politica non si fa più nei luoghi di competenza, ma in televisione e suoi social; sempre più spesso ci si domanda come si fa a prendere decisioni di governo se i politici passano così tanto tempo nelle trasmissioni televisive (si può pensare che il tempo sui social sia più limitato, dato che ci sono politici che hanno staff composti di numerosi membri che li seguono al posto loro, valutando e studiando quali sono gli argomenti maggiormente seguiti dalle masse).
Come ci si domanda come chi fa politica non capisca quanta influenza ha sulla gente e come i suoi comportamenti maleducati, aggressivi, arroganti portino a pensare alle persone comuni come questi modi di fare siano normali e accettabili. Anzi, ci si domanda se invece chi fa politica capisca benissimo l’influenza che ha sulle persone e si comporti volutamente così per avere un seguito, perché si punta a fare leva sulla paura e sui più bassi sentimenti negativi, come ha avuto modo d’insegnare la storia.
Più che politica, sembra di avere a che fare con gente che pensa di poter fare tutto quello che vuole senza tenere conto del ruolo che si ha, senza contare la tanta improvvisazione e la mancanza di organizzazione e preparazione, dove l’unica costante è l’essere sempre in conflitto.
Di esempi poco edificanti (oltre a smentire sistematicamente quello che si dice) ce ne sono stati tanti.
L’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca che usa una scarpa per calpestare i documenti di Moscovici.
Il decreto Genova fatto per condonare le case abusive costruite a Ischia e autorizzare a spandere fanghi con idrocarburi nei campi.
Il video fatto dal ministro Bonafede all’arrivo di Battisti.
Lo scandalizzarsi per i cori razzisti contro un giocatore del Napoli e poi avere la linea dura contro i migranti, dopo che in piazza si era giurato su Vangelo e Costituzione.
Queste sono solo alcune delle tante cose che ha fatto il recente governo italiano (un governo dove i contrasti interni sono all’ordine del giorno).
Ormai è chiaro che questa non è più politica, ma una continua campagna elettorale per ottenere un numero sempre maggiore di consensi e consolidare la propria posizione. Rimettere a posto le cose, dopo che per anni si è andati allo sfascio, non è né facile né immediato e non avverrà sicuramente con questo modo di fare, che usa tante belle parole, ma che poi non trova riscontro nei fatti (ci si ricorda del decreto dignità? Ecco alcuni risultati.)
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