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Disuguaglianza che sgretola la società

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L’esito del referendum sulla Riforma Costituzionale ha detto più di un semplice no al cambiamento della Costituzione Italiana: è il segnale di un malessere, di una rabbia appartenente a buona parte della popolazione; è il rigetto verso un modo di fare della politica (e non solo) che sta creando disuguaglianza. Non solo crea disuguaglianza, ma dimostra come la politica è completamente distaccata dai bisogni delle persone, non capendo e disinteressandosi delle loro necessità, andando avanti per la sua strada come se niente fosse.
Con un minimo di buon senso e intelligenza tutti i politici dovrebbero fermarsi a riflettere e con molta umiltà capire quello che sta succedendo, prima che la situazione esploda come l’eruzione di un vulcano, violenta e improvvisa, ma non imprevedibile.
Questo malessere non è solo italiano: c’è in Inghilterra (vedere la Brexit), c’è negli Stati Uniti (l’elezione di Trump), solo per fare due esempi, perché è qualcosa ormai diffuso a livello mondiale. Tutti i governanti dovrebbero fare un bagno d’umiltà, come suggerisce Stephen Hawking quando parla della disuguaglianza crescente nella popolazione mondiale e dei segnali lasciati dalle vicende sopra citate.

Quello che conta adesso, molto più delle vittorie della Brexit e di Trump, è come reagiranno le élite. Dovremmo, a nostra volta, rigettare questi risultati elettorali liquidandoli come sfoghi di un populismo grossolano che non tiene in considerazione i fatti, e cercare di aggirare o circoscrivere le scelte che rappresentano? A mio parere sarebbe un terribile errore.
Le inquietudini che sono alla base di questi risultati elettorali e che concernono le conseguenze economiche della globalizzazione e dell’accelerazione del progresso tecnologico sono assolutamente comprensibili. L’automatizzazione delle fabbriche ha già decimato l’occupazione nell’industria tradizionale e l’ascesa dell’intelligenza artificiale probabilmente allargherà questa distruzione di posti di lavoro anche alle classi medie, lasciando in vita solo i lavori di assistenza personale, i ruoli più creativi o le mansioni di supervisione.
Tutto questo a sua volta accelererà la disuguaglianza economica, che già si sta allargando in tutto il mondo. Internet, e le piattaforme che rende possibili, consentono a gruppi molto ristretti di persone di ricavare profitti enormi con un numero di dipendenti ridottissimo. È inevitabile, è il progresso: ma è anche socialmente distruttivo.
Il povero Lazzaro e il ricco Epulone, rappresentazione di disuguaglianza socialeTutto questo va affiancato al crac finanziario, che ha rivelato a tutti che un numero ristrettissimo di individui che lavorano nel settore finanziario possono accumulare compensi smisurati, mentre tutti gli altri fanno da garanti e si accollano i costi quando la loro avidità ci conduce alla deriva. Complessivamente, quindi, viviamo in un mondo in cui la disuguaglianza finanziaria si sta allargando invece di ridursi, e in cui molte persone rischiano di veder scomparire non soltanto il loro tenore di vita, ma la possibilità stessa di guadagnarsi da vivere. Non c’è da stupirsi che cerchino un nuovo sistema, e Trump e la Brexit possono dare l’impressione di offrirlo.
C’è da dire anche che un’altra conseguenza indesiderata della diffusione globale di Internet e dei social media è che la natura nuda e cruda di queste disuguaglianze è molto più evidente che in passato. Per me la possibilità di usare la tecnologia per comunicare è stata un’esperienza liberatoria e positiva. Senza di essa, già da molti anni non sarei più stato in grado di lavorare.
Ma significa anche che le vite delle persone più ricche nelle parti più prospere del pianeta sono dolorosamente visibili a chiunque, per quanto povero, abbia accesso a un telefono. E visto che ormai nell’Africa subsahariana sono più numerose le persone con un telefono che quelle che hanno accesso ad acqua pulita, fra non molto significherà che quasi nessuno, nel nostro pianeta sempre più affollato, potrà sfuggire alla disuguaglianza.
Le conseguenze di ciò sono sotto gli occhi di tutti: i poveri delle aree rurali affluiscono nelle città spinti dalla speranza, ammassandosi nelle baraccopoli. E poi spesso, quando scoprono che il nirvana promesso da Instagram non è disponibile là, lo cercano in altri Paesi, andando a ingrossare le fila sempre più nutrite dei migranti economici in cerca di una vita migliore. Questi migranti a loro volta mettono sotto pressione le infrastrutture e le economie dei Paesi in cui arrivano, minando la tolleranza e alimentando ancora di più il populismo politico.”

(Il brano riportato è preso dall’articolo di Repubblica che traduce un discorso fatto da Stephen Hawking; chiunque vuole leggere la versione completa tradotta in italiano può farlo a questo link).

Non c’è nulla da aggiungere alle parole pronunciate da Stephen Hawking: c’è soltanto da riflettere.
E se si vuol riflettere sulle prospettive future che certe scelte possono portare, c’è questo articolo scritto da Bruno Bacelli.

2 comments to Disuguaglianza che sgretola la società

  • ringrazio per la citazione e aggiungo una cosa… si può essere LIBERI solo se non si è SCHIAVI della difficoltà di soddisfare le più elementari esigenze di vita. Se non ho lavoro e mi macero alla fila della Caritas per mangiare, se lavoro 12 ore al giorno e poi mi piove in casa e non posso farci niente, non sono libero.
    Un popolo di poveracci se anche avesse istituzioni democratiche difficilmente potrà mantenerle (nella forma magari sì, ma non nella sostanza).
    La democrazia è già stata trasformata da tempo in una mezza buffonata, tra un po’ sarà impossibile da ogni punto di vista.

    • Figurati. Non so se le “profezie” dell’autore si avvereranno, però fanno riflettere e sarebbe bene farlo, e pure in fretta.

      Sulla libertà. Si potrebbe obiettare che nonostante le situazioni di cui parli una persona potrebbe comunque essere libera perché libera di pensare, ma anche qui non c’è poi tutta quella libertà che sembra, perché si è costretti a pensare ai problemi, alla sopravvivenza, cosa che in altre condizioni non si farebbe. Essere liberi non è così facile come sembra.

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