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Festa dei lavoratori

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Il primo maggio è la Festa dei lavoratori, celebrata in molte parti del mondo per ricordare le lotte dei diritti dei lavoratori (diritti che, con l’avanzare dell’era dell’economia, si sono andati perdendo, specialmente in Italia; anche se, per quanto riguarda il nostro paese, occorre precisare che è stato permesso, con menefreghismo, che fossero tolti).
Riprendendo quanto riportato da Wikipedia , la festa dei lavoratori affonda le sue radici in un periodo di significative e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d’America, guidate dall’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americani, i Knights of Labor. Nel 1866, fu approvata a Chicago, in Illinois, la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, legge che entrò in vigore soltanto l’anno dopo, il 1º maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un’importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti. La notizia giunse anche in Europa, dove nei primi giorni di settembre 1864 era nata a Londra la “Prima Internazionale”, ovvero l’Associazione internazionale dei lavoratori, molto vicina ai primi movimenti socialisti e marxisti dell’epoca.
La conquista delle otto ore lavorative, iniziata il 1º maggio 1867 soltanto nello stato dell’Illinois, ebbe una successiva espansione lenta e graduale in tutto il territorio statunitense. Ancora nel 1882, nella città di New York, fu organizzata una importante protesta il 5 settembre, mentre due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione americana, gli stessi Knights of Labor approvarono una risoluzione affinché l’evento di protesta avesse una ricorrenza annuale, senza però proporre ancora una data ufficiale nell’Illinois.

Il Quarto Stato, famoso quadro che ben rappresenta la Festa dei lavoratori

Come ogni anno, da tanti esponenti politici, specie quelli al governo, si sprecano parole su quanto il lavoro sia simbolo di coesione sociale, sia centrale per la vita e la dignità dell’uomo; l’attuale governo non è certo da meno. Come non è da meno nel fare dichiarazioni che bisogna incentivare le famiglie italiane a fare più figli (qualcuno potrebbe vedere anaologie con il regime fascista, dato che anch’esso spingeva perché gli italiani facessero più figli). E qui ci si trova davanti a una contraddizione. Sì, perchè se il governo attuale spinge in questa direzione, va ricordato che sempre un governo di destra, di cui diversi suoi esponenti sono presenti in quello presente, realizzarono e attuarono la legge Biagi, una legge che ha spinto il precariato, creando situazioni sempre più difficili per i lavoratori (e proprio il primo maggio l’attuale governo sta per varare un provvedimento che aumenta tale precariato, con la liberalizzazione dei contratti a termine).
Se non fosse tragica la situazione, ci sarebbe da sorridere dinanzi alla contraddizione che le stesse persone di governo sono andate a creare nel corso di qualche anno: come si può chiedere alle famiglie italiane di fare più figli, se hanno un lavoro precario che non permette di mantenerli, soprattutto dopo aver voluto che i lavoratori si trovassero in una situazione d’instabilità? Sì, perché la legge Biagi è stata fatta per favorire imprenditori e ricchi, facendo peggiorare la condizione di chi lavorava. Sarà il solito luogo comune, ma è una delle tante leggi fatte per rendere i ricchi ancora più ricchi, a discapito sempre della povera gente.
Sarebbe bello se per la Festa dei lavoratori le cose cambiassero in meglio, ma ci si accontenterebbe per lo meno di non subire i soliti berleffi e prese in giro (e con una sinistra che pensa ad altro invece di stare dalla parte dei lavoratori, c’è poco da sperare).