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Una strana notte di Natale

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Una strana notte di NataleScrivo queste righe giunto a cinquantaquattro anni suonati. Esse rappresentano l’inizio di un racconto che avrei potuto buttar giù molto tempo prima, se un’intuizione non avesse arrestato la mia penna inducendomi ad aspettare. Ora, in questo autunno, mentre i giorni si accorciano, le stelle impallidiscono e si avvicina un altro Natale, sono finalmente abbastanza vecchio per scrivere questa storia con sincerità, e abbastanza giovane per sapere che cosa significhi.

Questo è l’inizio di Una strana notte di Natale (The Melodeon) di Glendon Swarthout, una storia ambientata nel 1930, il periodo della grande depressione economica, quando il tredicenne James viene mandato a vivere con i nonni che abitano in una fattoria del Michigan. La sua è una vita tranquilla, fatta di scuola (raggiungibile facendo cinque chilometri a piedi) e di lavori di campagna quali raccogliere frutta, mungere mucche, scremare il latte. Un’esistenza senza scossoni, con i nonni considerati come gente grigia, gentile e fragile, che hanno dimenticato sentimenti come amore, odio, rabbia; individui un po’ irreali, come gli attori di una commedia. Un giudizio tipico di un adolescente, che tanto ha ancora da scoprire del mondo e della vita, e che cambierà grazie alla convivenza quotidiana con gli anziani parenti, ma soprattutto a un’avventura avvenuta la notte di Natale.
Tutto inizia quando la nonna, la vigilia di Natale, decide di regalare l’armonium che possiedono alla chiesa della comunità, dato che ne è sprovvista; in fondo, lei non lo suona praticamente mai a causa dell’artrite alle mani, e il marito ha smesso di suonarlo all’età di sei anni, quando il padre morì nella Guerra di Secessione combattendo per l’Unione. Un’idea molto bella, in cui tutti sono d’accordo, se non fosse per un particolare: è in corso una tormenta di neve. Senza un’auto, trasportarlo su un carro trainato da cavalli è un’impresa impossibile: su questo il nonno pare irremovibile. Ma la nascita fuori stagione di un agnellino proprio la notte di Natale gli fa cambiare idea e decide di fare una sorpresa alla moglie. Assieme a James, aspetta che lei vada a dormire e messo in moto il trattore fermo da tempo, si armano di pazienza e coraggio e s’apprestano a portare l’armonium lungo i cinque chilometri di strada innevata che li separano dalla chiesa.
Un’impresa che pare superiore alle forze di un vecchio e un ragazzo, nonostante tutta la buona volontà. Ma nelle piccole comunità ci si dà sempre una mano: in una sosta lungo il tragitto in una casa di vicini, mentre il nonno si addormenta involontariamente sul divano, James trova nelle quattro figlie della vicina uno strano e non voluto aiuto. Ma l’armonium è troppo pesante per le loro forze quando devono farlo entrare in chiesa; tutto sembra perduto quando giunge un soccorso insperato: un uomo a cavallo si avvicina. Un uomo con una logora uniforme blu e calzoni da cavalleria con una banda laterale; al cinturone una Colt e una sciabola. Un uomo che pare conoscere molto bene l’armonium.
In un’atmosfera quasi da fiaba, dopo un dialogo quasi surreale, il cavaliere se ne va strappando una promessa a James.
Il giorno di Natale, dopo l’avventura notturna, la nonna, all’entrare in chiesa per la celebrazione della Messa, ha la sorpresa tanto sperata dal nonno. E ha un’altra sorpresa: il marito, convinto da James, dopo tanti anni suona l’armonium. Il ragazzo ha mantenuto la promessa fatta al cavaliere.

Una strana notte di Natale sembra essere una favola e in parte lo è. Ma è anche una storia vera, una storia che parla non solo della magia del Natale, ma anche di carità, quella carità individuale e spontanea che non ha nulla a che fare con le tasse, è un atto di generosità e non un calcolo a tavolino, come l’autore fa dire al giovane James. Una storia che lascia nel lettore qualcosa di buono: lascia una speranza. Ed è con questa speranza che faccio l’augurio di Buon Natale, perché esso sia l’inizio di un cambiamento che fa volgere al meglio.

2 comments to Una strana notte di Natale

  • Tanti auguri a te, Mirco. Ma questo libro esiste in edizione italiana o lo hai trovato in edizione originale? Mi piacerebbe leggerlo!

    • Anche a te 🙂
      Il libro esiste in lingua italiana ed è contenuto nel volume del 1978 di Selezione della Narrativa Mondiale (Selezione dal Reader’s Digest); il testo non è integrale, ma un condensato. Avendo avuto modo di leggere altre storie di questa collana e i corrispettivi testi integrali, ho potuto vedere che il senso rimane inalterato, facendo apprezzare lo stesso la lettura.

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