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Sicurezza sul posto di lavoro

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Sì, oggi c’è un doppio post, sempre sul mondo del lavoro.
Prende il via il 23 agosto 2010, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la Campagna di Comunicazione integrata che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dedica alla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Così inizia sul sito Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali la campagna salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Ma prima di andare a commentare ci sono da ricordare le parole di Tremonti, secondo il quale la sicurezza sul posto di lavoro è un lusso che non ci si può permettere.
Parliamo dell’iniziativa. Troppo spesso si deve dare notizia su morti bianche dovute alla mancanza di sicurezza e del rispetto delle norme; a volte succede per incuria del lavoratore, spesso perché l’operaio è costretto e spinto in condizioni precarie e insicure perché attenersi alle norme è un costo e i datori di lavoro per guadagnare tagliano su spese ritenute inutili. La sicurezza che tutela la vita del lavoratore è una di queste.
Realizzare spot che sensibilizzino sul problema è un bene, ma non realizzati in questa maniera: fare leva sui sentimenti, sui punti deboli delle persone è un colpo basso, uno sfruttamento. Non servono immagini edulcorate o belle parole, se ne sono spese anche troppe, ma fatti; farsi sì che le regole siano applicate, attualizzate. Questo è rispetto per la vita: darsi da fare per essere, non per apparire.

2 comments to Sicurezza sul posto di lavoro

  • E’ un tema che mi tocca da vicino dato che mio padre fa il muratore.
    L’ultima volta che sono andata in cantiere (sabato), non aveva il casco e pur lavorando su impalcatura non era legato ad alcunchè.
    Non sono riuscita a ribattere alla sua spiegazione, che cito testualmente:
    “Se casco da qua non sarà il casco a salvarmi. Se voglio lavorare non posso legarmi a nulla. Hai altre spettacolari idee?”
    Me ne farò venire i mente.

  • Essere senza protezioni rende più liberi nei movimenti, dà meno limitazioni, facendo avere magari una manualità maggiore, ma questo non giustifica il rischio che si corre per la vita, specie se si lavora su impalcature. Per chi ha anni di lavoro alle spalle, certe regole sembrano superflue, perché hanno l’esperienza che li supporta: spesso aiuta, ma basta sempre e solo una volta per essere colpiti.
    Con il lavoro non c’entra, ma è sempre sulla sicurezza. Per tanti anni sono andato in bici senza casco, convinto che non servisse; poi ho visto un conoscente che fa ciclismo investito da un’auto salvarsi perchè aveva questa protezione: il casco s’è aperto a mezzo con l’urto contro il marciapiede, preservandogli la testa. Da allora ho cambiato abitudini.
    Alle volte basta davvero poco per salvarsi .
    Tu insisti con tuo padre: con la tenacia riuscirai a fargli comprendere la bontà delle ragioni che esporrai.

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