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La Vista che va l'Oltre

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Le emozioni, se intense, possono permeare gli oggetti, secondo alcune credenze: una traccia del passaggio dell’uomo.
Le emozioni possono dare vita a nuove creazioni, come spiega la Qabbala, forze che interagiscono e condizionano l’uomo: un desiderio, se ripetuto molto spesso prende forma nel Mondo del Desiderio e la forma che ne nasce acquisisce vita propria nel mondo Astrale. Si tratta dei Doppi o Egregor, l’immagine vivente di certe inclinazioni umane, che scompaiono quando vengono superate, anche se alcuni sono tenaci a non voler scomparire: dipende dalla forza dell’emozione che guida il desiderio o il comportamento di una persona.
E’ questa forza che crea i Doppi e più è potente e più li rafforza e li attrae, legandosi a essi come l’edera fa con un albero: più rimane attaccata, più s’ingrossa e diviene difficile staccarla. Più il Doppio rimane legato alla persona, più gli invierà segnali e stimoli perché lei continui ad avere il comportamento che gli dà energia.
Questo è solo un frammento della sapienza e della spiritualità della Qabbala, affascinanti insegnamenti che permettono all’uomo di prendere coscienza di ciò che è, del rapporto con sé stesso e dell’immensità del creato.
Tuttavia ci sono altri insegnamenti. E se si pone attenzione si scoprirà che il vero messaggiodi tutte le religioni e di ogni forma di spiritualità è sempre lo stesso, solo che viene fatto con parvenze, simulacri differenti.
Tra gli antichi, molti credevano nell’esistenza di Mondi Spirituali perché ritenevano, a ragione, che l’essenza della vita fosse molto più di quello che si vedeva, che esistessero forze invisibili che agissero e collaborassero allo sviluppo del mondo. Così era per i nativi d’America, per le tribù africane, che grazie a sciamani riuscivano a entrare in contatto con la parte invisibile del creato, comunicando con essenze che conferivano conoscenze e potere.
Ma come sono questi Mondi Spirituali? Secondo alcuni sono il gemello uguale e diverso del Mondo Materiale: uno specchio che mostra le cose della parte di qua della barriera che divide i due mondi.

Ogni azione aveva risvolti e conseguenze su qualsiasi mondo, Spirituale o Materiale che fosse: per questo Rentar capì che Lerida gli si stava avvicinando quando era ancora lontana.
Vedere il Mondo Ammantato era come avere una seconda vista e addentrarsi in esso un secondo corpo.
Solo una barriera sottile, che i più ignoravano, separava i due mondi; la gente considerava solo quello che vedeva come reale, credendosi assieme agli animali gli unici possessori di vita.
Una conoscenza davvero ristretta.
L’esistenza non si limitava all’essere, al respirare, al muoversi, al fare: tutto era vita. Per gli uomini solo le loro azioni lasciavano traccia, gli unici ad avere influenza sul mondo; non si accorgevano che a volte erano loro a essere influenzati e manipolati.
Il creato era antico ed esistevano esistenze che erano ricordi di un’epoca in cui l’essere umano non era ancora presente. Il loro spirito, seppure queste forme di vita si fossero estinte sulla terra, continuava a perdurare su un altro piano: il gemello del Mondo Materiale.
Difficile capire cosa fosse tale dimensione.
Alcuni teorizzavano che si trattasse del ricordo vivente del pianeta e di ciò che vi viveva, una memoria che registrava l’azione fatta e ne perpetrava la conseguenza. Ogni emozione, evento, creava e lasciava un riflesso spirituale.
Altri erano dell’idea che fosse lo stesso Mondo Materiale percepito da un altro punto di vista.
Come stessero le cose, un concetto era chiaro: Materia e Spirito erano intrecciati indissolubilmente, avendo entrambi influenza uno sull’altro.
Anche adesso che aveva gli occhi chiusi vedeva gli alberi e il sottobosco della foresta, tutto nella stessa posizione e nella stessa ora del giorno, solamente con sfumature diverse, più evanescenti: colorazioni blu e verdi che certe volte si vedevano nelle fiamme, miste a tonalità di grigio e bianco. Alcune piante mantenevano la loro forma immutata, altre sembravano astratte, prive di contorni, come se fossero fatte di fumo; le ombre erano più lunghe e taglienti, gli animali con i corpi effimeri, ma il muso e le zanne ben delineate e marcate.
Così appariva la natura nel Mondo Spirituale, a seconda della potenza di uno Spirito. Naturalmente non esistevano regole fisse: essendo un mondo sempre in evoluzione c’erano delle eccezioni. A esempio la grande quercia distrutta da un fulmine sul Piano Materiale continuava a svettare sopra le altre nell’altro regno. Così come lo spirito del feroce lupo continuava a calpestare il suolo del terreno etereo dopo che il corpo era stato ucciso in seguito a una lunga caccia.
Tra le sagome grigie e verdi degli alberi l’Egregor continuava ad avvicinarsi.
L’Egregor: un’immagine riflessa di ciò che le emozioni creavano.
Gli umani non avevano posto nel Mondo Spirituale, non potevano nemmeno entrarci, a meno che qualcuno capace di viaggiare da un mondo all’altro li portasse con sé; non possedevano uno spirito che rappresentasse la loro controparte eterea come succedeva con le piante, la terra, le bestie. Erano una presenza sconosciuta e inesistente nel regno Ammantato.
Eppure interagivano con il Mondo Spirituale, pur se indirettamente e inconsciamente: l’Egregor, per l’appunto. Ogni azione ed emozione forte ne creava uno: ciascun umano poteva possederne diversi e nella vita ne creava centinaia. Solitamente di vita breve, della durata dell’emozione, si protraeva se questa era molto intensa, arrivando a perdurare per molto tempo, alimentando l’Egregor fino a conferirgli potere d’interagire con la vita reale. Così nascevano le presenze invisibili delle case infestate che tormentavano i vivi; così le emozioni vissute in guerra, a una festa o in un luogo di preghiera, creavano Egregor grandi e forti, che si staccavano dai loro proprietari e divenivano nuovi Spiriti, aleggiando nei luoghi in cui si erano creati e influenzando l’umore dei mortali che li visitavano.
Certo, questi erano casi rari: di solito gli Egregor restavano appresso a chi li generava.
Era grazie a loro che poteva percepire qualsiasi individuo anche se non lo vedeva e lo sentiva; così aveva avvertito l’avvicinarsi di Lerida. Curvo, tremante, titubante: l’Egregor dell’Indecisione che l’accompagnava gli aveva mostrato i suoi spostamenti. Un’essenza inconfondibile nella foresta, dato che lei era la sola a possederla.

2 comments to La Vista che va l’Oltre

  • Anche il Buddhismo si basa su fondamenta simili. In effetti è una religione molto affacinante che ho avuto la fortuna di conoscere molto bene dato che metà della mia famiglia è buddhista. E’ vero: quasi tutte le religioni si basano sulle stesse fondamenta, è che a volte siamo ciechi e sordi.

    • Vero, è molto affascinante.
      I miti e le leggende del passato di ogni cultura mi hanno sempre affascinato: greci, egizi, ebraici, orientali. Crescendo è stato così anche per le religioni. C’è ancora tanto da imparare e da scoprire, ma a guardare oltre si scopre che si arriva alla stessa origine.
      Come lo è per gli uomini: diversi, ma tutti uguali.

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