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Il potenziale della Rete

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La qualità e l’utilità di un mezzo dipendono sempre da chi lo utilizza: una legge che vale sempre, anche per la Rete.
La Rete può essere uno stupido gioco dove mettersi in mostra, scrivere sciocchezze e dare adempimento alla ricerca d’attenzioni e soddisfazione del proprio narcisismo.
La Rete può essere fonte d’informazione, può dare conoscenze e far scoprire cose nuove; può rendere consapevoli di situazioni, realtà sconosciute. Può anche essere la spinta a cambiare, migliorare. Un’opportunità non possibile fino a qualche anno fa.
L’esempio può essere banale, ma si prenda l’editoria e di come oggi gli utenti possano avere influenza su di essa.
Sia Mondadori con Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martin, sia Fanucci con La Ruota del Tempo di Jordan, hanno realizzato opere con diversi errori di traduzione e refusi. Finché internet non era diffuso, non si aveva molta conoscenza di questi sbagli: si poteva mandare una lettera di reclamo alla casa editrice, ma non si veniva ascoltati, dato che si era solamente un minuscolo numero e quindi non si aveva nessuna forza, nessun potere. Ora le cose invece sono cambiate e gli editori non possono fare finta di niente, specie se si è in tanti a dire la stessa cosa, dato che la rete oltre che un mezzo pubblicitario, è anche un mezzo di stroncatura e denuncia. Grazie a essa, qualcosa cambia.
Mondadori, grazie al lavoro dei lettori appassionati, farà un’edizione rivista e corretta delle Cronache di Martin; stessa cosa ha fatto Fanucci con La Ruota del Tempo, come si legge dal commento lasciato su un articolo che ho scritto in precedenza.
E visto che la rete è un mezzo per far sapere le cose e mostrare ciò che non va, non reputo possibile che per avere I Segugi dell’Ombra di Erikson, abbia dovuto aspettare più di un mese. Armenia usa Messaggerie Libri per la distribuzione, il più importante distributore nazionale: possibile che in tutte le librerie Feltrinelli di Bologna non ci fossero copie di tale libro e che quando col tempo sono giunte, ne fosse presente solo una in un solo negozio? Ma questo è irrilevante, dato che il volume l’avevo prenotato i primi di marzo, ergo doveva essere consegnato il giorno di uscita prevista, al massimo il giorno dopo.
Un disguido che si è verificato altro volte sempre con Armenia e sempre con volumi di Erikson (per la prima parte di Venti di Morte ho aspettato due mesi): scritto alla casa editrice segnalando il fatto, non ho ottenuto risposta.
C’è qualcosa che non funziona in certi meccanismi e occorre risolvere. Vediamo se a parlarne in rete servirà a cambiare qualcosa.

Visto che si parla di mostrare le cose che non vanno, altra mancanza di rispetto da parte di Fanucci. Sul suo blog è comparso l’articolo della nuova edizione economica di La Ruota del Tempo di Robert Jordan. Per diverse volte ho postato un commento facendo le mie rimostranze sul loro modo di operare, commento che sempre non è stato pubblicato. Ecco quanto scritto, che spiega il motivo del mio malcontento
“Un plauso al gruppo di lettori che ha fatto il lavoro di correzione, ma si spera che nelle prossime produzioni non ci siano più decine di refusi ed errori di traduzione come è successo con quelle viste finora. I lettori, dato che pagano con denaro buono, meritano volumi altrettanto buoni, ben realizzati fin da subito.
Altra cosa da far notare, è che se un lettore manda una mail per avere informazioni, sarebbe cortesia e professionalità rispondere, come è successo a me in tutte le occasioni che ho avuto di scrivere. L’ultima in ordine di tempo che ho mandato, riguardava proprio la saga di Jordan, chiedendo se ci sarebbero state ristampe o nuove edizioni, dato che alcuni volumi erano di difficile reperibilità. Da poco sono riuscito a completarla, ma se Fanucci avesse risposto alla mail o comunque avvisato per tempo di questa nuova uscita, avrei potuto risparmiare non pochi euro; senza contare il dover pagare libri che contengono parecchi errori, il che rende la situazione ancora meno accettabile.
Il servizio che la casa editrice sta dando non è dei massimi livelli.”

Un pessimo modo di fare che dimostra come sono accettati solo elogi e consensi, mentre le critiche non vengono accettate, perché si deve dimostrare che non ci sono ombre, pecche, che va tutto bene e che il lavoro realizzato è il meglio ottenibile (modo di fare di cui parlerò nel post di venerdì).
Un pessimo modo di fare che mostra il rispetto per i lettori (vedasi anche la scelta delle copertine, dello stesso stile della saga Mistborn: veramente pessime).
Un pessimo modo di farsi pubblicità, dato che con la rete si possono far conoscere le cose che non vanno: Fanucci si deve ricordare che se ha la possibilità di esistere, è solo grazie ai lettori. Senza di loro non esisterebbe.

2 comments to Il potenziale della Rete

  • Hai fatto bene a farlo notare indipendentemente dal caso in questione che non mi riguarda da vicino (non leggo Jordan o Martin). Lasciare aperti i commenti può portare spam come io stesso noto nel mio blog, può portare a una valanga di frecciatine idiote su com’è scritto male l’articolo da parte di gente che si diverte a trollare i giornalisti (questo avviene spesso per esempio sul corriere della sera), può portare insomma tante cose sgradevoli ed essere difficile da gestire.
    Ma se c’è una critica argomentata punto per punto bisogna saperla accettare. Se no lasciare aperti i commenti diventa una finzione.

    • E’ un brutto messaggio quello che ha dato Fanucci: si accettano solo elogi, la critica è censurata. Proprio come hanno fatto governi passati: il sistema deve avere insegnato.

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