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Il Job Act e Il Grande Fratello

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Il Job Act dal governo viene pubblicizzato come una grande risorsa, la risoluzione dei problemi della recessione che ha colpito l’Italia, il mezzo che porterà a far correre l’economia. Si sbandierano tanti numeri per dimostrare quello che vuole essere visto come un successo (ma occorrerà vedere se questi risultati saranno davvero qualcosa di concreto oppure se risulterà solo un doping che, dopo aver sfruttato il momento iniziale, lascia in condizioni peggiori di prima), senza però tenere conto che è una legge che non tutela affatto i lavoratori, ma è a favore dei datori di lavori, degli imprenditori (Renzi, come Berlusconi, appoggia ed è appoggiato da questi ultimi e di conseguenza li favorisce); una cosa che purtroppo non sorprende più, dato che si è nell’Era dell’Economia.
Come non sorprende la caduta di ogni divieto sul controllo dei dipendenti. Che il lavoratore sul posto di lavoro faccia il suo dovere e non perda tempo a giocare, chattare, stare sui social, è giusto, ma per questo basterebbe semplicemente far sì che si usino solo i software necessari per svolgere le sue mansioni e i siti utili solo al loro ambito. Quanto si vuole immettere invece in questi giorni è invece un monitorare il lavoratore in tutti i suoi ambiti (facendo così cadere dopo l’art.18 anche quello 4 dello Statuto dei Lavoratori), anche quelli privati. Tutto questo è un limitare la libertà dell’individuo, che così non fa che perdere sempre più diritti ed essere sempre più schiavo.
La tecnologia può essere utile, ma usata nel giusto modo, non come in questo caso, che ricorda tanto il Grande Fratello di 1984 di George Orwell. Forse si vuole arrivare proprio a questo: avere tutti sotto controllo e condizionarli a fare quello che si vuole. Riportando le parole dello storico torinese Nicola Tranfaglia, “La libertà dei lavoratori è a serio rischio. Sembra di ritornare ai tempi pre Statuto dei lavoratori, delle schedature Fiat, che poi furono il motivo per cui fu introdotto l’articolo“: l’arretramento sul piano dei diritti acquisiti è sempre più evidente
Non c’è da stare sereni, nonostante le raccomandazioni che vengono dal governo (soprattutto per questo). Neanche un po’.

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