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La polvere dei sogni, nono volume di Il Libro Malazan dei Caduti

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La polvere dei sogniIn La polvere dei Sogni, Steven Erikson ha scritto questa nota: “Sebbene non possa definirmi uno scrittore di tomi fermaporta, ho sempre pensato che la conclusione de Il LIBRO MALAZAN DEI CADUTI richiedesse qualcosa di più di quanto potesse offrire la moderna tecnologia in materia di rilegatura. Fino ad oggi ho sempre evitato di scrivere romanzi con il cosiddetto finale in sospeso, essenzialmente perché, in veste di lettore, ho sempre odiato dovere aspettare per scoprire come va a finire. Ahimè, La Polvere dei Sogni è la prima parte di un romanzo in due volumi, che si concluderà con Il Dio Storpio. Pertanto, se pensate di trovare la conclusione di storie nella storia resterete delusi. La Polvere dei Sogni non presenta la struttura tradizionale di un romanzo, e la mancanza di un Epilogo ne è la testimonianza. Pertanto, non mi resta che chiedervi di essere pazienti. So che potete farcela. Dopotutto, avete aspettato fino ad ora, no?”
Chi ha seguito la saga Malazan, ha avuto modo di costatare che i suoi libri sono autoconclusivi: sebbene le vicende siano tutte collegate tra loro, Erikson prende un gruppo di personaggi e sviluppa le vicende che lo riguardano in una determinata zona e lasso di tempo, dandogli un inizio e una fine, senza lasciare il finale il sospeso. Certo è un finale che può essere continuato, e infatti nei volumi seguenti quello che si è letto sui personaggi viene ripreso, per arrivare a dare compimento al grande quadro d’insieme che lo scrittore ha preparato. Questo, se ce ne fosse ancora bisogno, a dimostrazione della professionalità e della correttezza dell’autore.
Altra nota che Erikson ha voluto fare è la dedica a Stephen R. Donaldson, scrittore di libri fantasy conosciuto in Italia per la pubblicazione di due trilogie dedicate a Thomas Covenant: già in un’intervista aveva voluto sottolineare l’importanza avuta dal collega in quello che ha scritto.
Fatte queste annotazioni, vediamo che cosa succede in La polvere dei sogni. Come ormai si è capito, ci si sta avvicinando alla convergenza finale e si chiarisce sempre più il quadro complessivo e tutti gli elementi messi in campo. Ci sono le macchinazioni degli dei antichi che non se ne vogliono stare con le mani in mano e vogliono tornare ai fasti del passato. Ci sono i Malazan e i Letherii che si ritrovano a essere alleati, che si vedono impegnati all’inizio in una lettura di grande pathos. C’è Tool e i barghast che guida. Per non dimenticare poi Toc.
E poi ci sono i K’Chain Che’Malle, la specie dalle sembianze di gigantesche lucertole già incontrata altre volte nei volumi precedenti. Ma se prima si erano viste solamente le loro azioni sul campo di battaglia e la pazzia della sua Matrona, in questo romanzo Erikson fa capire le motivazioni che li spingono ad agire, come pensano, cosa provano, a cosa mirano. Ora si capisce perché due di loro avevano seguito e appoggiato Maschera Rossa e perché lo avevano eliminato, ritenendolo inadatto al compito che gli avevano affidato. Un compito ora affidato a Kalyth, l’ultima degli Elan, adesso Destriante dei K’Chain Che’Malle.
La polvere dei sogni è introspettivo, riflessivo, filosofico ed epico come gli altri volumi scritti da Erikson; è qualcosa di grandioso come gli altri romanzi della saga Malazan, con un finale che presenta uno degli scontri più adrenalinici, epici e monumentali descritti in un romanzo. Un romanzo che parla di divisioni, solitudini, perdite, capace d’illuminare con pensieri che rivelano la natura del potere, della ricchezza, della saggezza, delle credenze, delle religioni. Toccante, evocativo, denso di attesa, di magia (come non restare affascinati dalle varie letture delle Mattonelle e del Mazzo o di come la magia sia legata alla vita), che però riesce anche a strappare un sorriso nelle scene dove Tehol e Ublala Pung sono protagonisti.
Notevole. Non immediato, ma notevole come sempre.