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Erdogan: golpe mancato o epurazione programmata?

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Golpe mancato o epurazione programmata?
ErdoganQuesta è la domanda che viene da porsi vedendo con quanta velocità e precisione Erdogan si sta muovendo. Quanto sta avvenendo non è qualcosa d’improvvisato, ma sembra qualcosa di programmato tanto sono mirati i colpi che vanno a segno. I primi a essere colpiti sono stati i militari, con migliaia di suoi membri “epurati”; la cosa se si vuole può avere un senso, dato che, secondo quanto dice Erdogan, sono stati gli autori del tentato golpe. Se si vuole, può sembrare un atto di giustizia, andando a punire i colpevoli del gesto. Così facendo però si elimina anche il braccio, la parte forte, la parte armata. La parte a un primo sguardo immediatamente più pericolosa.
Poi sono stati “epurati” migliaia di giudici, la parte con il potere necessario per eventualmente condannare Erdogan qualora commettesse (o avesse commesso) crimini o ingiustizie: in questo modo si elimina la parte che può mantenere l’equilibrio, si elimina la testa.
Dopodiché Erdogan è andato a colpire la scuola, “epurando” migliaia d’insegnanti, impendendo a professori universitari di lasciare il paese. In questo modo si è andato a colpire chi è in grado di dare cultura, di creare libertà di pensiero, morale, di sviluppare la capacità di pensare con la propria testa, e non seguire i dettami altrui perché governati nell’ignoranza. Qualcuno potrebbe obiettare che occorre verificare cosa insegnavano questi professori, ma l’atto di colpire la scuola rimane. Certo verranno sostituiti, ma chi li sostituirà trasmetterà un insegnamento obiettivo o farà passare quello che vuole il governo, tirando acqua al suo mulino?
Naturalmente sono stati epurati molti giornalisti, le persone in grado di fare informazione, e mostrare quello che accade.
In questo modo Erdogan ha eliminato ciò che lo può ostacolare e minare il proprio potere. Ma sta facendo anche di più: per distogliere l’attenzione dal suo operato, atto a rafforzare la sua posizione, sta lavorando alla creazione di un nemico che attenti alla stabilità del suo paese. Prima era Gulen, poi gli Stati Uniti, ora sta asserendo che sono coinvolti anche altri paesi.
Questo è solo l’inizio di un’escalation di restrizioni che sta facendo mettere in atto: ce ne saranno molte altre fatte in nome della sicurezza, della tranquillità per il paese (questa cosa non ricorda un passaggio di V per Vendetta? O forse semplicemente è un ripetersi della storia?)
Può essere che Erdogan abbia ragione e che i nemici siano tanti. O può essere che il vero nemico sia lui e si stia assistendo alla nascita di un dittatore. Ci sono troppe cose poco chiare e troppe cose non dette per poter avere un quadro ben definito di una situazione che non fa che divenire sempre più torbida. Ma i sospetti che si sia di fronte a qualcosa che non ha nulla a che vedere con libertà, democrazia e giustizia è forte. Soprattutto quando si ha a che fare con un individuo che nega il genocidio armeno e di come abbia appoggiato l’operato della polizia durante le manifestazioni di Piazza Taksim a Istanbul, dove diverse persone sono state uccise.