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Jonathan Livingston e il Vangelo

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Il magazzino dei mondi 2

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365 racconti d’estate

Il magazzino dei mondi 2
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Notti d'Estate 3

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Lo Stato della Paura

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Certo, per Stato si può intendere Nazione e sono tanti i paesi, nel passato come nel presente (e come purtroppo sarà anche in futuro, dato che l’uomo ciclicamente è portato a ripetere gli errori, non imparando dagli sbagli e soprattutto non soffermandosi a riflettere su quanto accaduto; così come accade che le generazioni non si trasmettano tra loro il sapere e l’esperienza acquisita, lasciando che vadano perdute) che sfruttano la paura per condizionare i popoli e farli agire secondo i propri voleri. E’ quello che fanno soprattutto i regimi; anche il nostro governo attuale può essere considerato tale: mediocre e pure grottescamente ridicolo, ma sempre regime. Perché quando un governo gira attorno a un solo uomo e a tutta la sua combriccola, facendo andare avanti le leggi a suon di fiducia, che aborrisce il dialogo, alimentando aggressività e violenza in ogni gesto e parola, non può che essere considerato tale. Questo stato delle cose va denunciato e combattuto, perché non si può subire venendo continuamente sbeffeggiati; se si vuole leggere alcune delle continue prese in giro delle persone al potere in Italia, andate qui.
Perché, nel grande come nel piccolo, si usa la paura?
Perché la paura è un potere, dà forza a chi ne conosce i meccanismi ed è capace di volgerli a suo favore, facendo leva sul timore della gente di perdere la sicurezza, quanto acquisito nella vita.
A tutti piacciono la certezza, la tranquillità e vederle minacciate fa reagire in maniera prevedibile da chi conosce i meccanismi della mente umana. E politici, governanti sono specializzati in questo settore, è grazie al condizionamento che spesso riescono ad avere e mantenere il potere, perché la gente ha bisogno di chi li rassicuri, li guidi, li faccia sentire sicuri.Per avere pace e rassicurante routine, per zittire la voce di un’emozione sgradevole, si arriva al compromesso, quando invece si dovrebbe comprendere soltanto una cosa.
Che cos’è la Paura? Cos’è quello stato interiore che deteriore la qualità della vita?
Ci sono tanti modi per definirla perché possiede tante sfaccettature, dalle più sottili e infide a quelle più dirette e dirompenti. Ma la radice è sempre la stessa.

“La paura è quando sai che sta per succedere qualcosa, ma non sai che cos’è e quando s’avvererà: sai che ti arriverà addosso, ma non è mai il momento in cui respiri e neanche quello successivo. Forse quello dopo o quello dopo ancora: non sembra mai arrivare. E intanto ti logora, ti snerva. La paura è tensione, è aspettativa che non si vuole realizzare, che ti tiene sulle corde, incalzante e bastarda: si diverte a giocare con te. E’ l’attesa, l’attimo prima del balzo, quando tutto sembra congelato in un incantesimo.
Poi l’incanto s’infrange e tu cadi. Allora non hai più paura, perché essa non è più: ha lasciato il posto ad altro.
E’ orrore.”

Notti d'Estate 2

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Legge del Senato per regolamentare i prezzi dei libri

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In questi giorni il Senato ha varato un provvedimento per disciplinare i prezzi dei libri e tutelare le piccole librerie, un’azione che però andrà a penalizzare chi fa acquisti on line.
La notizia la si può leggere qui.

Sulla questione libri e distribuzione segnalo questoarticolo pubblicato sul sito di Loredana Lipperini.

Religioni

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Lo scopo della religione è dare all’uomo la conoscenza del mondo, della vita, di se stesso; tutte le storie, le tradizioni che si tramandano dai culti più antichi ai credo di formazione più recente hanno questa radice comune che le fa appartenere allo stesso albero.
Purtroppo l’ego porta a una visione distorta di questa realtà, facendo credere agli appartenenti di un credo di essere nel giusto e pertanto migliori di tutti coloro che non la pensano come loro. Questo comportamento porta incomprensioni, divisioni, che nei casi più estremi sfociano in crociate e vere e proprio guerre.
Ma si sa che le guerre “sante” non sono altro che un usare la religione come maschera per ottenere quello che da sempre l’ego esige: la supremazia degli uomini sugli altri uomini, il dimostrare d’essere migliori, d’essere superiori.
E così facendo si rende il mondo l’inferno che è sotto gli occhi di tutti.
Se soltanto si capisse che tutto ha la stessa origine, che spesso si usano parole differenti per dire la stessa cosa, molte cose andrebbero davvero per il meglio.

«Trovi tutto questo divertente?» domandò lui, fulminandola con lo sguardo.
«Sì. Guardati. Eri un sacerdote di Fener, e ora sei un sacerdote di Treach. Entrambi dei della guerra. Heboric, quanti volti credi abbia il dio della guerra? Migliaia. E nei tempi lontani? Decine di migliaia? Quelli di ogni maledetta tribù, vecchio. Tutti diversi, e tutti uguali.» Accese la pipa; il fumo le inghirlandò il viso. «Non mi sorprenderebbe se tutti gli dei fossero solo aspetti di un unico dio e se tutto questo combattere dimostrasse semplicemente che quell’unico è pazzo.»
«Pazzo?» Heboric tremava. Sentiva il cuore martellare come un orribile demone alla porta della sua anima.
«O forse solo confuso. Tutti quegli adoratori litigiosi, ognuno convinto che la propria versione sia quella giusta. Immagina che cosa vuol dire ricevere preghiere da dieci milioni di credenti, nessuno dei quali crede alla stessa cosa di quello inginocchiato al suo fianco. Immagina tutti quei Libri Sacri, nessuno dei quali concorda su niente, ma tutti professano di essere la parola di quell’unico dio. Immagina due eserciti che si annientano a vicenda, in nome di quel dio. Chi non ne uscirebbe pazzo?»

I Cacciatori di Ossa – Parte Prima. Steven Erikson

Notti d'Estate

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Planescape Torment

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“Cosa cambia la natura di un uomo?”
E’ una delle domande più importanti che ricorrono in Planescape Torment, un videogioco realizzato nel 1999 dalla Black Isle basandosi sulle regole di Advanced Dungeons & Dragons, le cui vicende si svolgono nell’ambientazione che dà nome al gioco e di cui ho scritto un articolo su Fantasy Magazine.
Quando ci giocai diversi anni fa, fu un modo per trascorrere ore piacevoli, ma fu anche molto più di semplice intrattenimento: la profondità della trama e dei temi trattati spinsero a riflettere sulle esperienze fatte dalle persone, su lati della vita; fece prendere coscienza di certi aspetti dell’esistenza.
Ad alcuni può sembrare esagerato tutto questo, perché c’è l’idea comune che il gioco debba solo svagare, non far pensare, ma tanti dimenticano che in natura (e la saggezza antica ha tramandato questo insegnamento) è proprio attraverso il gioco che s’imparano le basi necessarie per poter vivere con i giusti mezzi.
Una realtà che invece dovrebbe essere sempre ricordata.

Tutta una Questione di Soldi

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Soldi. Soldi. Soldi.
E’ questo il centro della realtà in cui viviamo: tutto ruota attorno ai soldi.
Non è certo una novità e non sto facendo questa riflessione in seguito all’approvazione del governo italiano dell’ennesima manovra che va a spremere i più poveri e mai i ricchi (i politici si trovano sempre d’accordo quando c’è da votare per i propri aumenti di stipendio e gli imprenditori non vengono toccati perché altrimenti minacciano di non dar lavoro alle persone), perché ormai si sa che tutto questo è soltanto l’ennesimo teatrino di pessimo gusto e valore; potrebbe anche essere di una certa comicità volgare se non fosse che ci sono milioni di persone che ci rimettono e vengono calpestati nell’indifferenza.
Le stesse persone che hanno votato queste “guide”, che si sono affidate a loro, che vivono inconsapevolmente, alimentando la grande macchina alla guida di pochi al solo fine di accumulare denaro.
Le tangenti per avere favori, concessioni, appalti; i bandi truccati, dove si sa già chi viene assunto, ma che vengono aperti a tante persone che pagano per parteciparvi; i rincari indiscriminati e senza ragione sui carburanti, le assicurazioni auto, le bollette.
Tutti indizi che dimostrano questa realtà, dove qualsiasi cosa è sacrificata in nome del Dio Denaro, l’unico dio che ora si riconosce e si venera. Un dio divenuto sempre più potente e che accumula sempre più potere. Un potere che la gente gli ha concesso, lasciandosi andare, abbruttendosi oltre ogni dire.
Accade sempre più di frequente che si possa creare una famiglia solo se si possiede denaro e che la scelta del partner ricada su chi ha un buon reddito, capace di dare un certo tenore di vita: non contano le capacità di una persona, ma solo in base ciò che ha, ciò che possiede, lo si giudica di valore, meritevole di considerazione e di viverci insieme.
I sentimenti sacrificati per la stabilità economica: una vittoria del denaro.
In televisione si vedono tifosi con sciarpe (sciarpe realizzate industrialmente, non striscioni fatti in casa) recanti la scritta “***** ti odio”, “***** a morte”, (le * stanno per il nome della squadra avversaria): nessuno dice niente di fronte alla gravità di questa cosa; si lascia correre, in un paese civile non dovrebbero accadere certi fatti, andrebbero condannati, ma ormai non siamo più un paese civile. Perché non si tratta più di tifo (e con tifo s’intende ciò che incoraggia la squadra per cui si parteggia, non l’insulto per chi è avversario e viene visto come un nemico da distruggere), non importa se questa è un’istigazione alla violenza, a mettere le persone le une contro le altre (e gli scontri che si vedono ogni domenica tra tifoserie ne sono la dimostrazione), ma di sfruttare i sentimenti più squallidi e bassi delle persone per fare soldi. (Altra cosa per i tifosi dopo gli eventi delle varie Calciopoli: se non l’avete capito, sono tutti colpevoli,dal grande al piccolo, non è più una questione di sport e divertimento, ma solo un business di proporzioni colossali: e voi lo alimentate, facendovi sfruttare e prendere in giro).
I valori sportivi immolati per il profitto: ancora una vittoria del denaro.
I prodotti quali possono essere libri, film, vedono la qualità e lo spessore dei contenuti venir messi da parte in favore della richiesta della massa che vuole solo divertirsi e non pensare a nulla. Un tempo la letteratura era un mezzo per far prendere coscienza delle cose, per far evolvere, per denunciare quanto c’è di sbagliato. Ora accade sempre più di rado e questi prodotti sono assoggettati alle regole del consumismo.
La consapevolezza piegata alla materialità. L’ennesima vittoria del denaro.
Si potrebbe andare avanti con esempi del genere a lungo; dovunque si posino gli occhi, si vedrà che dietro ci sono sempre dei soldi, anche nelle cosiddette associazioni di volontariato, perché solo una minima parte delle donazioni della gente comune va in favore di chi deve essere aiutato: anche lì ci sono persone che lucrano e si arricchiscono alle spalle degli altri, nascondendosi dietro una facciata di generosità e benevolenza.
Tutto va bene pur di arricchirsi, a qualsiasi prezzo, non importa cosa si sacrifica e dove certe scelte portano.
Di fronte a tutto questo, la gente che fa?
Subisce, se ne frega e non pensa che alle ferie.
L’orchestra suona, le persone ballano e il Titanic affonda.
Benvenuti nel paese di Bengodi.
O forse è meglio chiamarlo Inferno.

Asengard continua il proprio cammino

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Dal sito di Francesco Falconi sono venuto a sapere che Asengard non chiuderà i battenti come annunciato due settimana fa, ma che grazie all’acquisizione da parte di un’altra casa editrice potrà continuare il proprio lavoro: l’annuncio lo si può leggere sul sito ufficiale dell’editore.
Una buona notizia (finalmente 🙂 ), di cui ora non resta che aspettare i risvolti futuri, sperando che si mantengano su questo livello.